L’obiettivo è quello di coinvolgere via via tutti i comuni della provincia nel progetto di solidarietà denominato Remida Food, contro la crisi economica e in soccorso delle famiglie gravemente colpite dalla crisi.
E’ uno dei filoni su cui la Provincia sta lavorando nell’ambito delle attività svolte dall’Unità anticrisi, presieduta dalla presidente Sonia Masini, per dare risposte concrete ai cittadini che in questo difficile momento faticano ad arrivare alla fine del mese. Remida Food è un progetto coordinato dall’assessore provinciale alla Solidarietà Marcello Stecco, partito alcuni anni fa inizialmente per il territorio di Reggio Emilia, che consente di recuperare le derrate alimentari dalla grande distribuzione, evitando sprechi e destinandole ai più bisognosi, attraverso una vera e propria ‘rete del cibo solidale’.
Naturalmente questo è stato possibile grazie all’impegno delle istituzioni e alla disponibilità dei soggetti della grande distribuzione che hanno aderito al progetto. Impegno e disponibilità che si rinnovano in questo frangente particolarmente critico per alcune fasce della popolazione: la Provincia sta infatti lavorando per diffondere il progetto sull’intero territorio provinciale ed è proprio di questi giorni la firma di un protocollo, insieme Enìa e Asl, rispettivamente con i Comuni di Albinea, Quattro Castella e Vezzano, di un ulteriore protocollo con distretto di Correggio – che comprende anche i comuni di Campagnola, Correggio, Fabbrico, Rio Saliceto, Rolo, San Martino In Rio -, mentre stanno per essere perfezionate a breve altre intese con i Comuni di Campegine, Luzzara e Montecchio.
“La diffusione di questo progetto sul territorio provinciale è fondamentale perché tradotto nella pratica significa garantire un pasto a coloro che in questo momento, particolarmente colpiti dalla crisi e penso alle famiglie, non possono permetterselo” ha sottolineato l’assessore alla Solidarietà della Provincia Marcello Stecco. Di fatto Remida Food funziona così: grazie al prezioso impegno quotidiano dei volontari vengono raccolte le derrate alimentari dai punti vendita e ridistribuite alle associazioni di solidarietà. Si tratta ovviamente di cibi ‘garantiti’ dal controllo sanitario dell’Asl e in questo modo si persegue un duplice scopo: quello ora particolarmente urgente di rispondere ai bisogni delle famiglie in difficoltà e quello di carattere ecologico, perché evitando sprechi si diminuisce la quantità di rifiuti prodotti, elemento il cui valore economico è riconosciuto anche da Enìa.