Si è svolto nei giorni scorsi, a Modena, l’annuale congresso della FEPF, la Federazione Europea della stoviglieria, che ha visto la presenza di una nutrita rappresentanza delle associazioni dei produttori europei provenienti da Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo e Regno Unito.
La FEPF rappresenta uno degli otto settori merceologici di Cerame–Unie, la Federazione Europea della Ceramica, con sede a Bruxelles, all’interno della quale Confindustria Ceramica rappresenta l’industria ceramica italiana. Presidente in carica della FEPF è l’italiano Giovanni Battista Fadigati, di Este Ceramiche Porcellane.
Ricco il programma degli appuntamenti che hanno avuto il momento clou mercoledi 27 maggio con i lavori del Congresso presso al Sala del Consiglio Direttivo di Confindustria Ceramica; nel pomeriggio si è tenuta la visita al Museo Internazionale della Ceramica di Faenza. Durante i tre giorni del congresso si è discusso della situazione dell’industria delle stoviglie in Europa, con particolare attenzione a temi quali il marchio di origine e lo sviluppo sostenibile nelle realtà dei paesi sopra citati.
Il settore ha risentito, più di altri, dell’eliminazione dei “contingenti”, decisa in ambito WTO a partire dal 2005, che ha, di fatto, dato il via libera all’invasione di prodotti asiatici, in particolare cinesi, sui mercati europei, portando alla chiusura di numerose realtà produttive.
Secondo i dati del Centro Studi di Confindustria Ceramica, inerenti al 2008, in Italia il settore industriale in senso stretto della stoviglieria e della ceramica ornamentale è composto da 12 aziende che producono 14.000 tonnellate e generano un fatturato di 58 milioni di euro.