Forte squilibrio sull’Iva tra Nord e Sud: a sottolinearlo è la Cgia di Mestre che sollecita la
revisione del meccanismo di compartecipazione delle Regioni.
Dei 94 miliardi di euro di Iva versati all’Erario dai contribuenti delle Regioni ordinarie italiane, pari a circa il 30% del totale delle entrate tributarie dello Stato centrale, ben 40,9 miliardi (corrispondenti al 43,58% del totale) vengono assegnati alle Regioni secondo le modalita’ fissate dal Decreto legislativo 56 del 2000.
Questa norma -afferma la Cgia -stabilisce che la compartecipazione all’Iva delle singole
Regioni avvenga, praticamente, in base ai consumi regionali delle famiglie. Pertanto, chi consuma di meno riceve di piu’ e viceversa. Risultato? La Regione Lombardia si vede ritornare
solo il 26,60% dell’Iva prodotta nel suo territorio. Il Lazio il 29,67%, l’Emilia Romagna il 33,83% e il Veneto il 34,59%. Molto meglio va alle Regioni del Sud. Alla Puglia viene trasferito praticamente il 73,35%, alla Campania il 77,28%, alla Calabria l’83,42%, al Molise l’87,22% e alla Basilicata, addirittura, il 91,93%”.