Quattrocento delegati partecipano lunedì 3 marzo e martedì 4 marzo alla Conferenza d’Organizzazione della Cgil di Modena presso il Forum Monzani.
Un appuntamento importante per la Cgil – per riflettere sulle forme organizzative più adatte per continuare a rappresentare efficacemente il mondo del lavoro e dare attuazione alle proprie politiche programmatiche.
Era il novembre 1993 quando si svolse l’ultima conferenza d’organizzazione e fu sancita la nascita del sindacato generale e di programma con il superamento delle componenti di partito.
Da allora tante cose sono cambiate, gli scenari mondiali, così come quelli nazionali e territoriali.
Di fronte ai grandi mutamenti e alle sfide della globalizzazione, incentrata su precarizzazione, riduzione dei diritti e delle condizioni di lavoro, attacco al welfare, la Cgil ha fortemente contrastato questi processi, e preoccupata per il futuro dell’Italia, ha messo in campo nel 2006 con il 15° Congresso il documento programmatico “Riprogettare il
Paese”.
La conferenza d’organizzazione della Cgil che si apre domani, in coerenza con gli obiettivi del 15° Congresso, individua nel territorio il
centro della propria iniziativa, continuando nell’azione di rafforzamento e ricomposizione della propria rappresentanza nei luoghi di lavoro, fra i giovani, le donne, gli immigrati e i pensionati, rilanciando e qualificando
la contrattazione decentrata e territoriale, offrendo altresì una tutela efficace sul piano dei diritti individuali attraverso il proprio sistema
servizi (patronato, Caaf, centro lavoratori stranieri, ecc…).
E’ questo il messaggio fondante di tutto l’intervento che il segretario generale della Cgil di Modena Donato Pivanti terrà lunedì pomeriggio alle ore 15 nella sua relazione d’apertura dei lavori della conferenza d’organizzazione modenese, che proseguirà anche per l’intera giornata di martedì 4 marzo con l’intervento conclusivo del segretario nazionale Cgil Fulvio Fammoni.
Di fronte ai 400 delegati – 280 eletti nelle conferenze d’organizzazione di categoria che si sono svolte nel mese di febbraio, più i 120 componenti del Direttivo provinciale – Pivanti presenterà un sindacato in buona salute con
127.112 iscritti che salgono a 127.264 con gli affiliati del Silp (al 31.12.07), un sindacato che ha costantemente recuperato fra gli iscritti
attivi dove è sempre cresciuto dal 2002, che ha in regione il più alto rapporto di attivi sugli iscritti. Nel solo 2007 la Cgil di Modena ha
registrato ben 11.735 nuovi attivi, pari ad un rinnovo del 20% delle deleghe.
Complessivamente sono 59.880 gli iscritti attivi e 67.232 i pensionati, 11.241 i lavoratori extra UE (il 20% degli attivi iscritti, il 9% di tutti
gli iscritti), 7.449 i dipendenti di aziende artigiane (12,5%). Le donne rappresentano il 51,7% degli iscritti.
Quale sono le sfide future che la Cgil ha davanti e come affrontarle, con quale struttura organizzativa?
In un territorio, quello modenese, che è cresciuto di oltre 60.000 residenti nell’ultimo decennio, è necessario riconfermare il proprio
radicamento sul territorio (con le zone e le tante sedi sindacali esistenti, accoglienti e funzionali, almeno una in ogni comune della
provincia) e accrescere la propria presenza nei luoghi di lavoro per intercettare, organizzare e tutelare un lavoro sempre più polverizzato dalla scomposizione del ciclo produttivo, per garantire sicurezza e salute nei luoghi di lavoro, contrastare la precarietà e il lavoro nero, rilanciare la contrattazione di secondo livello.
La Cgil deve inoltre rafforzare la propria azione di contrattazione territoriale e sociale in un ottica di rinnovata confederalità, per
contribuire a politiche che diano risposte ai temi della casa, dell’integrazione e dell’immigrazione, del miglioramento del sistema dei servizi e di welfare (bimbi-anziani), al contenimento di affitti, prezzi e tariffe.
Occorre inoltre procedere sul cammino già avviato dei processi di unificazione fra categorie per garantire politiche contrattuali ed
industriali più efficaci. In questo senso è prevista nei prossimi mesi una nuova unificazione – dopo quella di tutti i lavoratori della conoscenza
nella Flc/Cgil e l’unificazione di chimici-elettrici-gas/acqua-ceramisti nella Filcem/Cgil – fra la Filcem stessa e il sindacato
tessile-abbigliamento Filtea/Cgil che diventerà la seconda categoria dell’industria.
Un’attenzione particolare meritano anche i rapporti unitari, particolarmente soddisfacenti quelli confederali fra Cgil, Cisl e Uil modenesi, che devono proseguire e rafforzarsi, pur partendo da un’attività già consolidata che ha all’attivo numerose iniziative, fra cui, la piattaforma per lo sviluppo, il protocollo sugli appalti pubblici e quello per la sicurezza sul lavoro, il protocollo con l’Università per la formazione dei funzionari sindacali e lo sportello informastudenti, la concertazione sui bilanci locali e la mobilitazione lo scorso anno contro
l’aumento della tassazione locale.
La Cgil che uscirà da questa conferenza d’Organizzazione si conferma un sindacato orgoglioso della propria autonomia, che rimette al centro il lavoro, la tutela dei diritti individuali e collettivi, la qualità dello sviluppo del territorio e si conferma altresì un sindacato plurale, che riflette nella composizione degli organismi dirigenti e fra i delegati, le
diverse sensibilità politiche, la presenza dei lavoratori giovani, delle donne e dei migranti.
In particolare ai giovani sono dedicate molte energie economiche, sia sul piano formativo che della comunicazione-informazione, a cominciare dal miglioramento del sito Internet. Per il progetto di ricambio generazionale
che da qui a qualche anno porterà al rinnovo di 45 dirigenti (per garantire il naturale turn-over) è stato stanziato un milione di euro in 3 anni: uno
stanziamento ingente reso possibile non ultimo dalla buona situazione delle risorse finanziarie della Cgil, frutto di una gestione capace e di una
significativa azione di proselitismo sul territorio.