“Pretendere che gli artigiani edili abbiano i necessari requisiti per poter lavorare non vuol dire colpire gli sfruttati ma gli sfruttatori, vuol dire innalzare la qualità del mercato del lavoro e della sicurezza sul lavoro. Il fenomeno dei falsi-artigiani va a scapito di tutti, in primis dei lavoratori, prevalentemente stranieri, che, siccome non li si vuole mettere in regola, vengono costretti in questo modo ad aggirare le regole per essere poi sottopagati, magari in nero, il tutto a svantaggio delle aziende sane. Questa forma di vero e proprio schiavismo moderno non è più tollerabile, né tantomeno giustificabile”. Così l’assessore provinciale al lavoro Gianluca Ferrari torna sulla questione che coinvolge estesamente le imprese edili di ogni dimensione, attraverso il meccanismo dei subappalti. Fenomeno già denunciato da sindacati, istituzioni e dalle stesse Associazioni artigiane e datoriali e rispetto al quale la Provincia nei prossimi giorni avanzerà pubblicamente una proposta finalmente efficace ed innovativa.
L’innalzamento dei requisiti minimi per l’iscrizione all’Albo non basta, occorre garantire la rigorosa verifica degli aspetti formativi e di requisiti di esperienza, controlli delle autodichiarazioni da parte degli enti locali, nonchè un sempre più diffuso coinvolgimento in un’ottica corale di responsabilità sociale da parte di imprese e sindacati. Sono questi gli aspetti salienti della proposta rispetto alla quale l’assessore Ferrari sottolinea: “Chiederemo alle parti sociali e istituzionali pareri, impegni e disponibilità precise. E’ un impegno oneroso, che presenta difficoltà tecniche – aggiunge – ma credo fermamente che non ci sia altra strada, se non quella di stabilire regole eque per far uscire le aziende edili da una zona grigia che, già oggi e ancor più domani, è diventata insostenibile per la comunità reggiana, in vista, tra l’altro, di un rallentamento del settore da molte parti annunciato. Tutti dobbiamo comprendere che spesso non ha senso salutare positivamente la nascita di nuove imprese, quando queste in realtà sono soprattutto “finte imprese”. Un settore con 13 mila aziende edili, 11 mila delle quali individuali, è una patologia che concorre ogni giorno e ogni ora a produrre insicurezza e irregolarità. Nessuno può cercare di sfuggire a questa consapevolezza arrendendosi di fronte a vuoti normativi e a nodi regolamentari. Occorre fare subito passi in avanti tangibili, rispetto ad un problema che non si risolve chiudendo gli occhi o proponendo pannicelli caldi. Per questo la Provincia avanzerà una proposta concreta alla Commissione provinciale Artigianato”.