Sabato 15 dicembre dalle ore 17.30 presso il Palazzo dei Musei, presentazione dell’opera nella Sala ex-Oratorio e a seguire, presso la Sala dell’Arte Sacra del Museo Civico d’Arte, visione del Cristo di Antonio Begarelli, acquistato qualche mese fa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Modena sul mercato antiquario e concesso in comodato al Museo Civico d’Arte.


Questa piccola opera, di grande valore artistico, non sminuito dalle condizioni lacunose in cui è giunta fino a noi, affianca ora, nell’esposizione museale, l’imponente Madonna di Piazza, prima opera nota del grande plastico modenese, commissionata della Magnifica Comunità nel 1522 per la facciata del Palazzo Comunale, dove fu collocata a partire dal 1528. Rimossa dalla sua originaria collocazione negli anni della Rivoluzione francese, essa trovò momentanea sistemazione presso l’Accademia Atestina di Belle Arti, dove confluirono anche altre opere di Begarelli; nel 1819, in piena Restaurazione, l’opera fu restituita alla Municipalità, che la trasferì alla chiesa del Voto, e soltanto nel 1886 fu definitivamente collocata in Palazzo dei Musei, in una delle prime sale del Museo Civico, che il fondatore e primo direttore Carlo Boni avrebbe voluto dedicata alla plastica modenese e, in particolare, alle opere di Guido Mazzoni e di Antonio Begarelli, con i quali l’arte della terracotta modenese raggiunse i suoi vertici, nel pieno della stagione rinascimentale. Nei decenni successivi l’ambiente in cui fu collocata l’opera prima di Begarelli si configurò invece, piuttosto, come Sala d’Arte sacra, accogliendo importanti testimonianze della cultura figurativa locale, provenienti da edifici sacri del territorio. Al Museo Civico pervenne anche, probabilmente insieme alla Madonna di Piazza, il frammento di un’altra importante opera dello scultore distrutta nel 1807, la testa di uno degli angeli del Monumento funebre Belleardi, eretto tra 1528 e 1529 nella chiesa di San Francesco, mentre altri due frammenti – il busto di Leonello e una testa di putto – furono destinati alla Galleria Estense. Questa seconda opera, restaurata nel 1994, affianca ora il Cristo – opera destinata probabilmente alla devozione privata e parte forse di un complesso più vasto – per la quale si propone una soluzione espositiva che richiama l’originaria connessione con la perduta croce, probabilmente lignea, e consente di apprezzarla da diverse angolature, ad un’altezza visiva corrispondente, pensiamo, a quella voluta dall’autore. Nell’esprimere la più viva soddisfazione per una sinergia di intenti che ha visto collaborare all’incremento e alla valorizzazione del patrimonio artistico locale enti pubblici e privati, ringrazio a nome dell’Amministrazione Comunale la Fondazione Cassa di Risparmio per la sensibilità dimostrata in quest’occasione, riconoscendo il ruolo del Museo Civico d’Arte nella tutela e nella fruizione di quegli aspetti della cultura modenese che risultano più intimamente legati alla città e alla storia della comunità locale. Un sincero ringraziamento, per il contributo fornito nella vicenda del rientro in città dell’opera, indirizzo inoltre a Giorgio Bonsanti, che negli anni in cui fu Soprintendente a Modena avviò la campagna di restauri delle opere di Begarelli sparse in città e nei dintorni e autore dell’unica monografia dedicata all’artista (1992), e a Daniela Ferriani, cui spetta il merito di aver proseguito l’attività di tutela e valorizzazione. Un grazie particolare, infine, va alla Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Veneziano: il suo ruolo emerge dal testo di Claudia Cremonini, funzionaria di quell’ufficio, alla quale va, in particolare, riconosciuto il merito dell’identificazione dell’opera e del fattivo sostegno accordato al Museo Civico d’Arte nel far sì che l’opera venisse acquisita al patrimonio cittadino.

Francesca Piccinini direttrice Museo Civico d’Arte