“Mio padre nella storia della strage di Bologna ha mentito”: lo ha detto al Gr1 Stefano Sparti, figlio di Massimo, principale testimone al processo per la strage del 2 agosto 1980. “Si è contraddetto più volte”, ha spiegato facendo diversi esempi.

In particolare, quello sulla richiesta di documenti falsi da parte di Valerio Fioravanti e di Francesca Mambro (“mio padre ha sempre detto che era a Roma per questo, mentre in realtà eravamo tutti a Viterbo”) e sulla sua malattia, un tumore che gli permise di uscire di galera nel 1981. “Si è sempre vantato, di fronte a noi, con altre persone, di avere le lastre di un’altra persona, relative a una malattia che in realtà lui non aveva, cioé il tumore. Un’altra cosa a cui aveva fatto più volte riferimento é che aveva trovato una via per riuscire ad avere in carcere anfetamine così da simulare il dimagrimento da tumore”. Stefano ha quindi raccontato di essere andato a trovare il padre in una clinica, tre giorni prima che morisse, perché voleva “chiudere il cerchio”: “Quando gli chiesi come mai si fosse infilato in quella situazione mi disse ‘mi dispiace ma non potevo fare altrimenti'”.

Legato a suo tempo alla Banda della Magliana, arrestato il 9 aprile del 1981, Sparti, dopo avere accusato i due terroristi, venne scarcerato nel maggio del 1982 perchè gli fu diagnosticato, dai sanitari del penitenziario di Pisa, un tumore al pancreas. Da quel momento, però, Sparti avrebbe vissuto altri 20 anni.