Martedì 25 luglio l’appuntamento con Voci e suoni della sera nel Giardino Ducale raddoppia.
Alle ore 20 la rassegna promossa da Comune e Fondazione Cassa di Risparmio di Modena con il contributo anche di Unicredit Banca e curata da Emilia Romagna Teatro Fondazione, propone Lezioni di piano, concerto teatrale tratto dall’opera di Jane Campion e Michael Nyman,per la regia di Carlo Bruni. Lo spettacolo apre le serate di teatro alla Palazzina Vigarani, all’interno del Giardino, e sarà in replica mercoledì 26 luglio alle ore 20.
Alle 21,30 di martedì 25, sul palco allestito nel Giardino Ducale, si esibirà Sara Tavares, una cantante capoverdiana, nata in Portogallo e cresciuta tra musica gospel, funk e soul contaminate da influenze africane. Grazie a questa commistione di culture e generi, la Taveres ha creato uno stile personale, facilmente identificabile e recentemente racchiuso in un disco composto e prodotto da lei stessa, dal titolo Balance. L’intero album è un insieme di ninne nanne, messaggi sull’autostima e sull’integrazione del diverso in una sorta di sperimentazione musicale che parte dalla mancanza di identità culturale degli artisti immigrati. Come racconta la stessa Taveres, infatti, vivere alcuni anni da musicista a Capoverde le ha dato la forza di sperimentare a fianco di coloro che possiedono una cultura propria, ma l’obiettivo è “essere parte in Europa di un movimento come quello degli afro-americani, che si è inventato una propria musica e quindi, una propria identità”. Il concerto è a ingresso libero.
Occorre invece prenotare telefonando allo 059 2136014 (ingresso gratuito) per assistere a Lezioni di piano che vede in scena un’attrice e una musicista: Nunzia Antonino e Daniela Pansini in una sorta di dialogo tra pianoforte e voce recitante rievocano la storia d’amore raccontata nel film della Campion. Una storia che ripercorre una misteriosa e travolgente passione amorosa: un posto lontano, un uomo, una donna muta a lui promessa, un amante e l’emozione di un improvviso, potentissimo vincolo a cui non si può sfuggire. I personaggi di quest’opera secondo il regista, che insieme a Michele Santeramo ne ha firmato anche la drammaturgia, “sono prototipi di quel motore che talvolta travolge il sentimento e il corpo, spingendoli lungo sentieri aspri, facendoli barcollare pericolosamente e pure eroicamente, nel disperato tentativo di dare un significato concreto all’amore”.