Un occhio all’etichetta e uno alla qualità per consumare prodotti salubri e gustosi. Lo raccomanda Coldiretti Emilia Romagna ‘per evitare ai consumatori acquisti di prodotti di bassa qualità che rischiano di compromettere l’immagine dell’ortofrutta italiana’.
‘Molti centri di distribuzione – dice il presidente di Coldiretti Emilia Romagna, Mauro Tonello – nei giorni in cui la calura invoglia al consumo di prodotti freschi, vendono i prodotti ortofrutticoli sottocosto, utilizzandoli come ‘civetta’ per richiamare i consumatori. In alcuni centri si trovano in vendita prodotti fino alla metà del costo di produzione: il rischio è che si tratti di prodotti di dubbia provenienza e di bassa qualità. Consigliamo i consumatori di guardare con attenzione l’etichetta dell’origine del prodotto per conoscerne la provenienza, scegliendo il più possibile prodotto locale che non abbia dovuto sopportare trasporti su lunghe distanze’.
In questo periodo, in particolare – rileva Coldiretti – vengono venduti sottocosto cocomeri e meloni. ‘I primi – rileva Coldiretti – in alcune catene di supermercati vengono venduti a 0,59 Euro/Kg contro un prezzo alla produzione di 1,00 Euro, il prezzo di vendita dei secondi è di 0,26/0,29 Euro/Kg contro un prezzo alla produzione di 0,35. “L’accentuarsi delle vendite sottocosto nella grande distribuzione – sostiene Coldiretti – provoca un abbattimento del prezzo pagato alla produzione, mettendo, da un lato, in crisi l’agricoltura e, dall’altro, disorientando i consumatori per la mancanza di trasparenza nel prezzo finale’.
Tutto ciò denota – secondo Coldiretti – l’assenza di ‘una reale strategia di filiera nel settore agroalimentare e il prevalere di interessi particolaristici, che mettono a repentaglio l’economia agricola e agroalimentare’ proprio in un momento di revisione delle politiche agricole comunitarie in materia di ortofrutta e di vino.
‘Per rafforzare, invece, il settore – commenta Tonello – è necessario che nella revisione dell’Ocm ortofrutticolo e vitivinicolo l’Italia prosegua nelle strategie perseguite finora, applicando il disaccoppiamento totale dei contributi comunitari, in modo da ridare slancio imprenditoriale alle imprese agricole e agroindustriali agricole per produrre ciò che richiede il mercato’.