Nell’estate delle intercettazioni, un italiano su due si scopre afflitto, nella vita reale, da una nuova sindrome che gli psicologi già chiamano del ‘Terzo orecchio’.
Temono di essere spiati mentre sono al cellulare (63%), di essere seguiti grazie al navigatore dell’auto (51%), di venire filmati dalle telecamere sparse per le vie cittadine (46%), di lasciare tracce attraverso gli strumenti elettronici di pagamento (39%) o Internet (34%).
A puntare l’occhio sugli incubi emergenti degli italiani è uno studio di Eta Meta Research, realizzato in collaborazione con un pool di 35 psicologi, attraverso 110 interviste.
La paura più grande?
Da un lato di ritrovare i fatti propri, i classici panni sporchi che un tempo si lavavano in famiglia, sulle pagine dei giornali (24%), ma anche di trovarsi nel mezzo di una crisi coniugale perchè la moglie o il marito ha la registrazione di una frase detta per scherzo al telefono con gli amici (31%). Così per evitare sgradevoli conseguenze c’è chi ricorre a linguaggi in codice (29%), oppure utilizza numeri di telefono riservati o anonimi (21%), ma c’è anche chi vuole rivolgersi in centri specializzati per accertarsi che il cellulare non sia sotto controllo (8%).