L’economia regionale non si rialza e prosegue la recessione più lunga e più pesante, senza ancora
vedere la ripresa più volte prospettata. A dirlo è l’indagine congiunturale sul terzo trimestre realizzata da Unioncamere Emilia-Romagna in collaborazione con il sistema delle Camere di
Commercio, Confindustria Emilia-Romagna e Carisbo.
In calo ci sono produzione e fatturato nell’industria
manifatturiera, in particolare ancora la moda. C’é poi una difficoltà diffusa per l’artigianato, e non si riprende il commercio. Ed emerge anche qualche segnale di sfiducia per l’edilizia, mentre unica nota positiva resta l’export.
L’Emilia-Romagna però “tiene meglio” rispetto ad altre regioni. “Il terzo trimestre del 2004 conferma la fase di stagnazione emersa nelle rilevazioni precedenti – ha detto il presidente di Unioncamere Emilia-Romagna, Andrea Zanlari -. Rispetto allo stesso periodo del 2003 infatti, si registra un
calo nel fatturato, e nella produzione per l’industria
manifatturiera. L’unica nota parzialmente positiva è l’export (+1,7%), che presenta una crescita superiore a quella nazionale”.
La fase congiunturale non favorevole, per Unioncamere, coinvolge tutti i settori del manifatturiero e a risultare maggiormente penalizzate sono le imprese di piccola dimensione,
comprese quelle artigiane.
Meno negativa la situazione del settore delle costruzioni, anche se prevale un diffuso pessimismo degli operatori del settore.
Il commercio, infine, non decolla perché stentano a
riprendere le vendite, soprattutto nella piccola e media distribuzione.
“L’impressione – ha aggiunto Zanlari – è che ci si trovi di fronte ad una crisi che ha radici non solo congiunturali, ma strutturali. In questo contesto non favorevole, la nostra regione è quella che mostra una tenuta
maggiore. Per il 2004 è prevista una crescita dell’1,7%, modesta, ma purtuttavia superiore ad altre regioni”.