C’e’ più attaccamento alla vita
in Emilia-Romagna? E’ quanto par emergere da un’ analisi
compiuta dall’ ufficio studi di Unioncamere Regionale sui più
recenti dati annuali dell’ Istat. Nel 2000 si sono uccise in
regione 304 persone, rispetto alle 344 del 1999 e alle 366 del
1998. Il 2000 è l’ anno meno negativo dell’ ultimo ventennio;
dal 1980 al 2000 sono più di 8.600 gli individui che si sono
uccisi in regione. Nero il 1987, con 529 suicidi.
Gli uomini si suicidano più delle donne, mentre in termini
di età prevale nettamente in valori assoluti la classe degli
ultrasessantaquattrenni, i cui suicidi nel 2000 sono risultati
137, cioè 45,1% del totale. Se si rapporta il numero dei
suicidi per classe di età alla rispettiva popolazione
residente, prevalgono gli ultrasessantaquattrenni con 8,8
suicidi ogni centomila abitanti. Segue la classe di età da 45 a
64 anni, con un rapporto di 7,4, poi da 18 a 24 con 6,7. Nel
2000 non ci sono stati suicidi tra i bambini, mentre tra gli
adolescenti ne sono stati contati due, equivalenti a 1,7 ogni
centomila abitanti.
In ambito nazionale il più elevato indice di suicidi
appartiene al Friuli Venezia-Giulia (13,2 suicidi ogni 100.000
abitanti), davanti a Umbria (10,7), Trentino-Alto Adige (9,3),
Sardegna ed Emilia-Romagna, entrambe con un rapporto pari a 7,6.
Le regioni meno colpite dal fenomeno sono Calabria (0,9) e
Campania (1,8).