La Tenenza della Guardia di Finanza di Guastalla ha concluso un’attività di carattere fiscale nei confronti di una società “cartiera” operante ufficialmente nel settore della meccanica in genere.

A finire dei guai un imprenditore reggiano di 45 anni, nato in Germania ma da sempre residente in questa provincia, che nel 2015 ha costituito la società.

L’indagine economico-finanziaria è partita da una mirata attività di intelligence, supportata dall’utilizzo l’utilizzo delle banche dati in uso alla Guardia di Finanza, che ha consentito di individuare la società costituita da pochi anni e che aveva quale unico scopo quello di emettere fatture relative ad operazioni commerciali del tutto inesistenti in svariati settori: dalle prestazioni di servizi nel settore della meccanica, alle opere edili, a prestazioni di servizi nel settore delle pulizie.

La società “cartiera” è stata costituita appositamente per essere al servizio di imprese “desiderose” di abbattere l’utile di esercizio utilizzando fatture commerciali che documentano operazioni mai avvenute. Sebbene l’imprenditore per tentare di sfuggire alle maglie dei controlli fiscali abbia distrutto tutta la documentazione amministrativo – contabile afferente la propria società, i Finanzieri attraverso un’attenta analisi di tutti gli elementi acquisiti, sono riusciti ad individuare quelle imprese che si sono servite della
società reggiana per evadere le imposte.

La ricostruzione fatta a posteriori e particolarmente difficoltosa proprio per l’assenza di qualsiasi documento fiscale, ha permesso di individuare ben 55 imprese aventi sede nelle province di Foggia, Parma, Mantova, Reggio Emilia, Verona, Massa Carrara, che si sono avvalse delle false fatture da parte della società reggiana.

L’attività delle Fiamme Gialle ha permesso di rilevare l’emissione di fatture per operazioni inesistenti per oltre 10 milioni di euro con una connessa evasione fiscale da parte della società cartiera per un importo complessivo di oltre 3 milioni di euro che sono stati segnalati agli Uffici finanziari per il recupero a tassazione.

L’imprenditore reggiano è stato denunciato alla locale Procura della Repubblica per i connessi reati fiscali.

Le società utilizzatrici delle false fatture sono state segnalate ai Reparti del Corpo competenti per territorio in ragione dell’ubicazione della sede delle imprese ai fini dell’approfondimento investigativo nei loro confronti e recuperare la connessa frode derivante dalle false fatture che, allo stato delle indagini, ammonta ad oltre 4 milioni di euro.

L’operazione di servizio rientra in una più ampia attività di polizia economico – finanziaria di controllo del territorio a contrasto delle più svariate attività illecite di natura fiscale particolarmente insidiose.