“Ci riconosciamo pienamente nell’appello dei promotori dell’iniziativa, a partire dallo slogan che la accompagna, ovvero la persona al centro. Non condividiamo una politica che alimenta le paure e crea un terreno fertile per le discriminazioni, legate alla nazione di provenienza, al genere, alla religione, alla condizione sociale, alle condizioni di salute, alle differenze che ci attraversano proprio perché siamo persone”, ha commentato Filippo Pieri, segretario generale del sindacato di via Milazzo, nel commentare le ragioni dell’adesione.

“Spesso, al tema dell’immigrazione si associa maldestramente quello della sicurezza. Di certo la sicurezza è un prezioso bene comune, ma la si ottiene soprattutto combattendo le diseguaglianze, lo sfruttamento lavorativo, le mafie e promuovendo politiche di inclusione, economiche e sociali e del lavoro capaci di dare futuro a questo Paese. Non certo distruggendo un sistema di accoglienza diffusa e di qualità come lo SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), che nella nostra regione ha prodotto tante buone pratiche; non certo considerando i richiedenti protezione internazionale persone pericolose, quando invece nella stragrande maggioranza dei casi fuggono da situazioni di pericolo; non certo aumentando il rischio di avere sul nostro territorio persone senza permesso di soggiorno perché non lo hanno potuto ottenere o rinnovare con le nuove regole. Infine, sicuramente non si produce maggiore sicurezza rendendo ancora più difficile ottenere la cittadinanza italiana a coloro che sono qui da anni, lavorano e contribuiscono al benessere di questo Paese”, gli ha fatto eco Ciro Donnarumma, componente della Segreteria regionale Cisl con delega all’immigrazione.

“Per tutti questi motivi – ha proseguito Pieri – condividiamo in pieno la presa di posizione espressa lo scorso 12 febbraio dalla delegazione della Caritas Emilia-Romagna sul cosiddetto “Decreto sicurezza”. Un documento in cui il vescovo delegato della Conferenza episcopale dell’Emilia-Romagna per la carità e i  direttori delle 15 Caritas diffuse in regione, oltre a esprimere un parere negativo sulla legge, chiedono un impegno su due livelli: il sostegno alla decisione dei sindaci e dei presidenti di Regione  che hanno promosso il ricorso alla Corte Costituzionale; il contrasto alla legge con i mezzi a disposizione, seppur senza esimersi dagli “obblighi di legge”.

“Ecco perché, insieme alle organizzazioni che aderiscono alla manifestazione del 2 marzo a Milano, chiediamo inclusione, pari opportunità e una democrazia reale per un Paese senza discriminazioni e senza muri e per questo anche più sicuro, perché una sicurezza vera non esclude nessuno e non crea emarginazione”, ha concluso il segretario generale della Cisl regionale.