Erano presenti centinaia di delegati, attivisti, funzionari e pensionati della Cgil di Modena e di tutta l’Emilia Romagna al presidio di stamattina davanti alla Prefettura di Modena per protestare contro un sistema di regole e leggi che penalizzano i lavoratori in sciopero che difendono il posto di lavoro rischiando denunce, mentre le imprese che chiudono e delocalizzano se la cavano con soli 25 giorni di procedura. I lavoratori della Frama Action di Novi era in prima fila al presidio per protestare proprio per la vertenza che li riguarda direttamente.

Una delegazione sindacale è stata ricevuta dal Prefetto di Modena per riportare le rivendicazioni. Era composta da Michele De Palma della segreteria nazionale Fiom, Luigi Giove segretario Cgil Emilia Romagna, Alberto Monti della Fiom Emilia Romagna, Manuela Gozzi segretario Cgil Modena, Cesare Pizzolla segretario Fiom/Cgil Modena, e due lavoratori della Frama.
Il Prefetto ha dato grande ascolto alle richieste e ha inquadrato la situazione delicata tanto che chiederà al Ministro del Lavoro di affrontare il problema sia sul piano specifico di Frama che più in generale.
A fronte di previsioni di rallentamento della crescita economica nel nostro paese, i sindacalisti hanno fatto presente l’esigenza di cambiare leggi e regole per impedire le delocalizzazioni e che le manifestazioni del lavoro non possono essere considerate solo un problema di ordine pubblico. Il rischio reale, è stato fatto presente, è che possano esserci tante altre Frama sul territorio nazionale.

Per quanto riguarda la vicenda Frama, i sindacalisti hanno evidenziato che il tempo sta per terminare (la procedura si chiude il 6 marzo), e che quindi bisogna lavorare – da parte di tutti i soggetti coinvolti – in questo tempo che rimane, per un accordo che metta al centro il lavoro. L’azienda deve smettere di dire solo dei NO alle tante proposte che il sindacato ha messo in campo per evitare il licenziamento dei lavoratori.