“Nel pomeriggio di ieri si è svolto presso la sede modenese dell’Agenzia regionale del Lavoro un nuovo incontro in sede istituzionale per la vertenza Frama Action di Novi di Modena. Presenti l’azienda nella persona dell’amministratore delegato assistito dal proprio legale (assente la proprietà), il Sindaco di Novi, la rappresentanza della Regione, i sindacati Fiom/Cgil e Fim/Cisl ed una rappresentanza dei lavoratori. L’incontro si è risolto ancora una volta con un nulla di fatto e con un rinvio al 1° marzo alle ore 16. Il prossimo incontro sarà di grande rilievo stante l’approssimarsi del 6 marzo, scadenza dei tempi previsti dalla procedura.

“Le uniche proposte avanzate per raggiungere un accordo provengono da parte sindacale, sostenute dalle istituzioni – affermano Cesare Pizzolla, segretario Fiom/Cgil Modena
Angelo Dalle Ave, Fiom/Cgil Carpi – Le proposte sindacali sono poi state inserite nel verbale che ha concluso l’incontro. Mentre, l’azienda, nei fatti è ancora ferma a quanto descritto nella lettera di avvio della procedura, ovvero, la cessazione il 6 marzo, il licenziamento collettivo e la delocalizzazione della produzione. Ancora inutili tutti gli sforzi profusi per salvaguardare l’attività a Novi”.

Nel prossimo incontro del 1° marzo i sindacati continueranno a sostenere le loro posizioni.

“L’azienda non ha fatto nessuna proposta finalizzata ad un possibile accordo che tenga conto degli aspetti sociali della vertenza, per consentire il mantenimento di produzione e posti di lavoro sul territorio. Al contrario, in questa vertenza, chi rischia la perdita del posto di lavoro viene anche denunciato – continuano Cesare Pizzolla e Angelo Dalle Ave – .

Per questo, le lavoratrici ed i lavoratori Frama saranno in prima fila al presidio di lunedì 25 febbraio davanti la Prefettura di Modena per chiedere che i conflitti di lavoro non siano trattati come mero ordine pubblico, ma si ascoltino le ragioni dei lavoratori che manifestano per i loro diritti e la salvaguardia del posto di lavoro. Servono interventi legislativi a tutela del lavoro contro le delocalizzazioni, di cui si è resa protagonista in questo caso la multinazionale austriaca Hella”.