Infocamere ha rilasciato i dati sulla natimortalità delle imprese relativi al quarto trimestre del 2018. Dall’elaborazione del Centro Studi e Statistica della Camera di Commercio di Modena risulta che a fine anno le imprese registrate ammontano a 73.016 e la differenza tra imprese iscritte e cessate non d’ufficio è in lieve calo nel trimestre (-135 imprese), con un tasso di sviluppo congiunturale pari a -0,18%.

L’esame dell’intero anno mostra un risultato meno negativo, con 4.261 imprese iscritte nel 2018 a fronte di 4.295 imprese cessate non d’ufficio, che dà origine a un saldo pressoché stabile pari a -34 imprese. Il relativo tasso di sviluppo è pari al -0,05%, più elevato della media regionale (-0,20%), ma inferiore al totale nazionale che risulta positivo (+0,52%) grazie al buon andamento delle regioni del Sud. Con questo risultato Modena risale al sessantaseiesimo posto nella classifica generale delle province italiane.

Il confronto annuale delle imprese registrate rivela tuttavia un calo tendenziale pari al         -0,7%: infatti si passa da 73.496 imprese al 31 dicembre del 2017 a 73.016 al 31 dicembre 2018. In effetti è proseguita anche quest’anno (seppur in misura minore) l’attività di revisione del Registro Imprese che ha portato alla cessazione d’ufficio (cioè di imprese non più operanti, ma non ancora cancellate) di 481 imprese. Infine l’andamento risulta peggiore per le imprese artigiane, che anche quest’anno perdono l’1,4% arrivando a 20.601.

L’analisi delle imprese attive per forma giuridica evidenzia il notevole incremento delle società di capitale, che prosegue ormai da diversi anni (+3,9%), a discapito delle società di persone (-2,9%) che hanno un trend negativo pluriennale e delle imprese individuali         (-1,3%). Nel 2018 risultano pressoché stabili le “altre forme giuridiche” (+0,1%).

Il trend delle imprese attive, cioè di quelle che hanno dichiarato l’effettivo inizio di attività, è meno negativo di quelle registrate, si ferma infatti al -0,3% la variazione annuale: il macrosettore che ne risente di più è l’agricoltura (-1,6%), seguita dall’industria manifatturiera (-1,1%) e dalle costruzioni (-0,4%). I servizi risultano sempre positivi, con un piccolo incremento pari a +0,3%.

L’andamento dell’industria manifatturiera è più incoraggiante rispetto al 2017, infatti accanto a settori in diminuzione come l’”industria del legno” (-4,2%), la “ceramica e prodotti in terracotta” (-3,0%), il “tessile abbigliamento” (-2,4%) e il metalmeccanico (-2,2%), ci sono settori in netto sviluppo come la “manutenzione e riparazione” (+2,4%), la “fabbricazione di mezzi di trasporto” (+1,9%) e la “fabbricazione di carta e relativi prodotti” (+1,3%). Buono anche l’andamento dell’industria alimentare (+0,8%).

I settori del terziario invece sono quasi tutti positivi, con sensibili incrementi di imprese attive più evidenti nell’istruzione (+5,5%), nella “sanità e assistenza sociale” (+5,1%), nei “servizi di supporto alle imprese” (+3,7%) e nei “servizi di informazione e comunicazione” (+3,5%). Unico settore negativo risulta il commercio, che con una perdita di 239 imprese segna un -1,6%.