Nei mesi scorsi, un gruppo di cittadini ha avviato un lavoro di approfondimento su tematiche modenesi per offrire un contributo di idee e di competenze alla vita della città. Ne è scaturita la volontà di costruire un laboratorio, denominato ‘Modena Ora’, con l’obiettivo di unire le forze civiche modenesi per guardare con un’ottica diversa e alternativa alla crescita della città, inserendo Modena in un contesto italiano ed europeo. Per questo la presentazione del progetto coincide oggi con l’organizzazione di un dibattito con una serie di economisti di primo piano. Il laboratorio civico, le ragioni che hanno portato alla sua creazione, il lavoro di approfondimento condotto, il percorso di confronto con la città, sono stati illustrati oggi.

‘Modena Ora’ è un laboratorio che pensa a Modena oltre i confini strettamente geografici, inserendola in un contesto italiano ed europeo. E questo spiega perché ‘Modena Ora’ emerge pubblicamente proponendo un dibattito con economisti di fama nazionale ed internazionale e con l’idea di proseguire affrontando i temi del vivere quotidiano dei modenesi.

Le elezioni amministrative di maggio non rappresentano quindi che una tappa di un orizzonte temporale più ampio dentro il quale andrà incardinare un dialogo e confronto con la città su alcuni argomenti e spunti, perché possano essere arricchiti col contributo di tutti. Che i promotori si augurano arrivi dalla condivisione della necessità di costruire una città che ristabilisca il primato assoluto della trasparenza, della concorrenza e della meritocrazia nell’amministrazione della città; valorizzi i propri talenti e sia capace di attrarne; restituisca sicurezza ai propri cittadini ed alle proprie imprese; non lasci indietro le fasce sociali più fragili; esca dall’isolamento a livello regionale e nazionale; rilanci un progetto strutturale di mobilità sostenibile; favorisca una sviluppo urbanistico innovativo e più rispettoso dell’ambiente e del diritto alla salute; investa nella cultura come fattore di crescita della comunità e di attrattività internazionale; riprenda la strada dell’innovazione come strumento di crescita economica e coesione sociale; dia centralità ad investimenti in alcuni ambiti economici, turismo e manifattura su tutti.

‘Modena Ora’ vuole insomma una città che guarda al futuro con ritrovati entusiasmo e orgoglio collettivo, che smette inseguire slogan e promesse vuoti, per restituire peso ai bisogni, ma anche ai sogni dei modenesi.

“Abbiamo deciso di promuovere un Laboratorio Civico per cercare di mettere a disposizione di Modena le competenze e le idee per costruire insieme una città migliore anche attraverso un nuovo modello di amministrazione pubblica. Oggi questo è davvero un progetto civico, volutamente lontano dai partiti ma che, indipendentemente dal suo sviluppo futuro, si inserisce in un’ottica di proposta alternativa rispetto all’attuale governo di Modena”. A parlare è Cinzia Franchini, fondatrice di Modena Ora. “Detto questo, il nostro impegno sarà sui contenuti e sulle idee – continua Franchini -. L’orizzonte non si ferma alle elezioni amministrative, ma anche in vista di questo importante appuntamento, avanzeremo una serie di proposte condivise da chi vorrà partecipare al dibattito, con proposte e critiche documentate rispetto alla situazione attuale. Penso ad alcuni macrotemi su tutti: ambiente, sviluppo e cultura. L’ambiente, tema che riguarda la qualità dell’aria, lo smaltimento di rifiuti, la difesa del verde, ma che è anche strettamente correlato al nodo della mobilità delle merci e delle persone: vorrei pensare a una città più bella, senza quartieri di serie A e di serie B, con la rigenerazione urbana che da slogan diventi impegno concreto e opportunità per le imprese. Lo sviluppo,che non può prescindere dal favorire la nascita di nuove imprese sul territorio nei comparti dove eccelliamo o dove dobbiamo maggiormente vocarci (turismo, su tutti), da politiche di attrazione di investimenti oltre che dalla messa in campo di policy serie per eliminare burocrazia e balzelli per quelle esistenti; uno sviluppo che deve andare di pari in passo con il tema della legalità e della battaglia contro il radicamento mafioso. La cultura, aspetto della vita cittadina forse più calpestato negli ultimi cinque anni di governo e dove abbiamo assistito a veri e propri sprechi e sul quale si può costruire una Modena guardando alle sue radici Estensi, aperta all’Europa e al turismo”.

“Vivo quotidianamente il mondo sportivo, quello dei sacrifici e delle rinunce. Un quotidiano fatto di solitudini nella speranza e di fatica nella consapevolezza. Questi sono aspetti che legano l’essere atleta con l’essere cittadino”. Così il direttore sportivo della piscina dei Vigili del fuoco Luciano Landi spiega la sua adesione al Laboratorio civico Modena Ora. “Essere atleti è un percorso di verità che ci impegna ogni secondo, minuto e ora di ogni giorno. Così come imparare ad essere cittadini della nostra città significa provare ad esserlo ogni momento della nostra giornata: spero che questo Laboratorio possa offrire un contributo civico nel senso più alto della parola”.

“Ho deciso di partecipare a questo Laboratorio proprio per la sua apertura alla città e per il concetto di squadra sul quale si basa” – aggiunge Marianna Morra, autista di Seta più volte in prima fila nelle battaglie messe in campo dai dipendenti della azienda di trasporto pubblico. “Darò il mio contributo in particolare sul tema del trasporto pubblico e dell’accoglienza turistica in città, aspetti sui quali credo serva un ripensamento complessivo a partire semplicemente da un servizio informativo all’altezza dei bisogni di utenti e visitatori. Un tassello che spero contribuisca a costruire il mosaico che insieme ai modenesi in modo plurale e aperto daremo vita con Modena Ora”.

“Per immaginare una città migliore e plurale dobbiamo partire dalla formazione e dalla educazione scolastica – commenta Fulvia Ugetti, riferendosi anche alla sua esperienza di docente -. Va introdotto anche nella scuola dell’infanzia un approccio responsabile ai nuovi mezzi di comunicazione per offrire fin da subito gli strumenti per difendersi da un flusso indistinto di notizie nel quale le fake news non sono che un esempio negativo. Bisogna educare alla cittadinanza digitale per coinvolgere in particolare gli anziani i quali, senza azioni di inclusione, rischiano di essere i nuovi emarginati. Immagino una scuola luogo di integrazione, rispetto a culture diverse ma che parta da una solida difesa delle nostre regole e tradizioni. E’ evidente che anche in termini numerici non possiamo permetterci classi nelle scuole pubbliche formate per la stragrande maggioranza da bimbi stranieri. I ghetti sono esattamente il contrario del concetto di integrazione”.

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(Nella foto i partecipanti alla presentazione, da sinistra: Luciano Landi, Marianna Morra, Cinzia Franchini e Fulvia Ugetti)