Burundi, Burkina Faso, Camerun, Costa D’Avorio, Kenya, Senegal, Mozambico ma anche Egitto, Etiopia, Tunisia, territori palestinesi (Gerusalemme, West Bank e Striscia di Gaza) e campi profughi Saharawi in Algeria.

L’Africa è dunque al centro degli interventi che rientrano nell’ambito delle politiche di cooperazione allo sviluppo dell’Emilia-Romagna, entrati nella graduatoria del bando del maggio scorso, recentemente approvata dalla Giunta regionale. Altri interventi sono previsti in Bielorussia, Ucraina e Brasile.

In tutto 48 progetti, finanziati per il 2018 conoltre un milione e settecentomila euro. Di questi, 41 progetti – selezionati attraverso il bando annuale sulla cooperazione-hanno come obiettivo generale quello di migliorare in quei Paesi le condizioni di vita e quelle igienico-sanitarie, favorire l’accesso all’istruzione e promuovere lo sviluppo agricolo; 3 sono progetti destinati ad affrontare particolari situazioni di emergenza dovute a carestie alimentari (Somalia e Territori Saharawi) oproblemi umanitari legati ai flussi migratori (Niger). Ulteriori 4 progetti, riguardano temi e aree territoriali specifici individuati nell’ambito del Piano triennale per la cooperazione varato dalla Regione nel 2016,e considerati particolarmente strategici.

Questi ultimi sono progetti che riguardano Brasile (sostegno nell’ attivazione di un’unità pilota di Cure intermedie in un ospedale di Rio de Janeiro); Etiopia (creazione di opportunità lavorative per donne e giovani delle zone rurali);Tunisia-Marocco (azioni di sviluppo locale, urbano ed economico); Mozambico (sostegno alle autorità locali in tema di sicurezza alimentare, nutrizione, sanità e formazione professionale).

Obiettivi e contenuti dei progetti ammessi al finanziamento regionale sono stati illustrati oggi in Regione alla Consulta della cooperazione internazionale (Organismo rappresentativo che riunisce Organizzazioni umanitarie, Enti locali, associazioni del Terzo settore e Università) dalla vicepresidente con delega alla cooperazione allo sviluppo, Elisabetta Gualmini.

“Da oltre trent’anni- ha detto la vicepresidente- migliaia di persone in questa regione investono il proprio impegno volontario in paesi devastati e poverissimi per garantire migliore condizioni di vita ai bambini e aiutarli nei settori dell’educazione e della salute, e per sostenere lo sviluppo locale e quello rurale di comunità e villaggi distrutti dagli effetti dei cambiamenti climatici e delle guerre, per limitare la recrudescenza di epidemie come meningite e Aids. Confermiamo e aumentiamo il nostro impegno per sostenere lo sviluppo locale e garantire condizioni dignitose nelle zone più svantaggiate del mondo. Lotta contro la povertà, ridistribuzione delle risorse ed equità sono e resteranno le parole chiave delle nostre politiche di cooperazione”.

Le risorse regionali per la cooperazione allo sviluppo stanziate per il 2019

La Regione Emilia-Romagna per realizzare gli aiuti umanitari nei Paesi in via di sviluppo ha previsto per il 2019 lo stanziamento di 1,1 milioni di euro.

Alle risorse regionali stanziate per il 2018 si aggiungono quelle europee del progetto Shaping Fair Cities, finanziato dalla Commissione europea nell’ambito del programma Dear (Development, education and awareness raising). Il progetto, che vede la Regione Emilia-Romagna capofila di 10 partner europei, è finalizzato a sostenere i governi locali e regionali e le loro associazioni nello sviluppo e nel monitoraggio degli obiettivi dell’Agenda 2030 (Programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU). Per il 2018 si tratta di oltre 850 mila euro a disposizione della Regione, 1,9 milioni per il 2019.

In dettaglio i progetti approvati dal Bando

Scendendo nel dettaglio dei singoli Paesi, i progetti approvati interessano il Burkina Faso (3 progetti); Burundi (2 progetti); Camerun (2 progetti); Campi profughi Saharawi (4 progetti); Costa d’Avorio (2 progetti); Egitto (1 progetto); Etiopia (4 progetti): Kenya (2 progetti); Marocco (1 progetto); Mozambico (4 progetti); Senegal (6 progetti); Territori dell’autonomia palestinese (3 progetti); Tunisia (2 progetti); Ucraina (2 progetti) e Bielorussia (3 progetti).