L’edificio di via Trento Trieste a Modena che ospita il Garage Ferrari è considerato di “prevalente interesse pubblico”, proprio per la funzione che svolge per la mobilità della città, e per questo motivo non verrà demolito. Verrà destinato a parcheggio pubblico e a ospitare anche servizi complementari alla mobilità nell’ambito del Pums, il Piano urbano della mobilità sostenibile, mentre i tecnici comunali saranno incaricati di sviluppare uno specifico progetto per la “realizzazione degli interventi necessari all’adeguamento dell’immobile alle nuove destinazioni e del frazionamento delle opere in stralci funzionali, previa verifica dell’attuale stato di locazione”.

Lo ha stabilito il Consiglio comunale approvando oggi, giovedì 20 dicembre, la delibera che, dopo aver preso atto dell’insussistenza di elementi ostativi di natura urbanistica, ambientale e idrogeologica, dichiara, appunto, il “prevalente interesse pubblico al mantenimento, nella sua attuale integrità, dell’immobile” che nei mesi scorsi è entrato a far parte gratuitamente del patrimonio comunale dopo che la proprietà (la società B.A. service) non ha ottemperato agli obblighi scaturiti dalle sentenze del Tar e del Consiglio di Stato, al termine di un complesso iter giudiziario durato una trentina d’anni che ha portato all’annullamento del titolo edilizio.

La delibera, presentata dall’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli, è stata approvata con il voto della maggioranza (Pd, Articolo 1 – Mdp – Per me Modena), di Forza Italia ed Energie per l’Italia; l’astensione di Lega nord; il voto contrario del Movimento 5 Stelle e Modena bene comune.

Insieme alla delibera è stato approvato anche un ordine del giorno, presentato da Art.1-Mdp-Per me Modena e Pd e illustrato in aula da Vincenzo Walter Stella, che, ribadendo l’evidenza del rilevante interesse pubblico della struttura, invita l’Amministrazione a far sì che, con l’obiettivo di disincentivare il ricorso alla mobilità privata, i 360 posti auto contenuti nel garage Ferrari “non aggiungano potenzialità di parcheggio nella fascia adiacente il centro storico” e siano utilizzati in maniera diretta o indiretta “per scambi e compensazioni per la mobilità dolce all’interno del prossimo Pums”. L’ordine del giorno è stato approvato con il voto a favore dei proponenti (Art.1-Mdp-Per me Modena e Pd), l’astensione di M5s e Modena bene comune e il voto contrario di FI, Lega nord ed Energie per l’Italia.

Nel provvedimento si ricordano le norme, nazionali e regionali, che prevedono espressamente come, in questi casi, l’opera acquisita al patrimonio pubblico vada demolita “a spese dei responsabili dell’abuso, salvo che con deliberazione consiliare non si dichiari l’esistenza di prevalenti interessi pubblici e sempre che l’opera non contrasti con interessi urbanistici e ambientali”. Alla delibera, inoltre, sono allegati i pareri acquisiti sull’insussistenza “di elementi ostativi alla pronuncia in ordine al ricorrere o meno di interesse pubblico al mantenimento del manufatto” sia sotto il profilo urbanistico sia per quello ambientale e anche per ciò che riguarda gli aspetti strutturali e impiantistici: “Il manufatto si presenta integro e idoneo a ospitare le funzioni insediate”.

Il servizio Mobilità e traffico, inoltre, evidenzia come già oggi il Garage Ferrari rappresenti “una risorsa rilevante” per la sosta a ridosso del centro storico, in posizione diametralmente opposta al Parcheggio del Centro del Novisad, e nella prospettiva del nuovo Pums rappresenta un’opportunità per ridurre i parcheggi su strada, a favore di spazi di pubblica fruizione oppure, per esempio, per la realizzazione di piste ciclabili o percorsi dedicati al trasporto pubblico.

Nella delibera si ricorda anche che all’interno dell’edificio sono presenti ampi spazi concessi in locazione, con funzioni diversificate: un istituto di credito, due strutture sanitarie private convenzionate, un esercizio di somministrazione di alimenti e bevande, esercizi commerciali. In un caso il termine della locazione è fissato alla fine del 2019, negli altri nel 2023.

Il provvedimento sottolinea che esiste anche un interesse pubblico, quantomeno sino al termine dei contratti di locazione, riferito sia alle strutture sanitarie (per il “principio di sussidiarietà concorrono alla tutela della salute e, dunque, al perseguimento di finalità di primario interesse pubblico, costituzionalmente riconosciute”) sia allo sportello bancario (pur venuta meno la qualificazione normativa, mantiene comunque “un importante ruolo di servizio in favore della collettività”). In ogni caso, argomenta la delibera, “la demolizione del manufatto verrebbe comunque a ledere gli interessi di operatori economici terzi non coinvolti nell’abuso edilizio”.