“Per la storica azienda Edis di Modena, ceduta dalla Panini nel 2016 alla Cartotecnica Sinigaglia di Rovigo i tempi sono strettissimi: se non succede nulla, l’azienda verrà trasferita già a partire dai primi giorni di gennaio. Il 16 novembre presso l’assessorato al Lavoro si è svolto un tavolo conoscitivo a cui hanno partecipato organizzazioni e rappresentanze sindacali e direttore dello stabilimento, ma non sono stati fatti passi avanti se non nella possibilità di rivedere al rialzo l’entità dell’incentivo per chi non accetterà il trasferimento.

Lo ha fatto sapere al Consiglio comunaledi giovedì 22 novembre, rispondendo a due interrogazioni sul tema, l’assessore al Lavoro Andrea Bosi, che ha anche annunciato per lo stesso pomeriggio un’ulteriore riunione tra i rappresentanti dei 38 lavoratori (per lo più donne) di Edis e la proprietà, per compiere un ultimo estremo tentativo per scongiurare il trasferimento a Rovigo, confidando sulla possibilità che arrivino nuove commesse, visto che è stata proprio la perdita della maggiore commessa dell’azienda a determinarne la nuova pesante crisi.

La prima delle due interrogazioni è stata presentata da Mdp/Per me Modena; Marco Malferrari, illustrandola, ha ricordato che si tratta della seconda istanza presentata dal suo gruppo sull’argomento e ha chiesto nuovamente “se si ritenga utile un nuovo confronto con l’azienda per verificare la possibilità di scongiurare, come in precedenza, i trasferimenti o la perdita dell’occupazione nella sede modenese e trovare soluzioni alternative condivise tra le parti; quali ammortizzatori sociali è possibile impiegare in caso di necessità”.

Aspetti su cui ha insistito, presentando l’interrogazione del M5s, anche Elisabetta Scardozzi che ha anche chiesto tra l’altro: “Come il Comune ha seguito la situazione dal 2016 a oggi; se sia a conoscenza di un reale interessamento dell’azienda nella ricerca di un locale meno oneroso; quali misure e azioni ha intrapreso l’amministrazione per salvaguardare il lavoro dei dipendenti; quali percorsi di ammortizzamento sociale e di ricerca soluzioni che non comportino lo sradicamento dal territorio sono state attuate”.

L’assessore Bosi ringraziando le due forze politiche che si sono interessate della vicenda, non ha nascosto le preoccupazioni e ha ricostruito la vicenda della storica azienda che si occupa di packeging per conto terzi. Fondata oltre 30 anni fa e legata alla figurina. Edis è stata ceduta nel luglio 2016 pur continuando l’attività nella stessa sede di via Tacito in cui era situata anche quando aveva oltre i 100 dipendenti. L’elevato canone di locazione dello stabile – ha spiegato – è, a detta dell’Azienda (dato non contestato dal sindacato dei lavoratori) una delle ragioni per la quale il quadro economico finanziario non è più sostenibile. E a questo proposito Bosi ha ricordato che l’amministrazione si era provato a individuare un capannone più contenuto, ma secondo il direttore, la ricerca non è andata a buon fine.

A inizio 2017 dopo una lunga trattativa, le parti avevano trovato un accordo circa una forte diminuzione di personale attraverso una procedura di licenziamento collettivo accompagnato da un incentivo, ma la perdita di una grossa commessa (la TOPPS) nell’estate di quest’anno ha determinato un forte peggioramento della situazione. Subito si sono diffuse voci circa la volontà della proprietà di delocalizzare in un capannone nel trevigiano lasciando a Modena l’ufficio commerciale con quattro dipendenti. Sono seguiti immediatamente contatti tra organizzazioni sindacali, Rsu e proprietà, a dire il vero mai interrotti, per definire il futuro dei lavoratori. La proprietà si è detta disponibile a mantenere la piena occupazione e a mettere a disposizione un mezzo per portare i dipendenti tutti i giorni da Modena alla nuova sede; in alternativa ha offerto un incentivo a chi non ritiene possibile il trasferimento. Ha invece escluso ogni possibilità di ricorrere a qualsiasi ammortizzatore sociale (cosa peraltro tutta verificare).

Entrambi i consiglieri interroganti si sono detti soddisfatti della risposta dell’assessore e al tempo stesso: “Sono consapevole della criticità della situazione che non è per nulla semplice – ha sottolineato Malferrari – e capisco che si sta tentando, all’ultimo, tutto il possibile per prendere tempo, affinché possa magari sopraggiungere una commessa in grado di prospettare un rilancio dell’azienda e di scongiurare la possibilità del trasferimento per i lavoratori, salvaguardando qui il loro posto di lavoro”.

La consigliera Scardozzi ha aggiunto: “Purtroppo i timori di trasferimento sono diventati una realtà e questa sarà una perdita per i dipendenti e le loro famiglie, ma anche per tutta la città. Come gruppo siamo affianco ai lavoratori per tutelare i loro interessi e la loro dignità; chiediamo che l’amministrazione comunale resti all’interno del dialogo tra le parti e ci tenga possibilmente aggiornati sull’evolversi della situazione”.