Giovedì 15 e venerdì 16 novembre l’Università di Bologna ospita la conferenza annuale dell’Association of Competition Economics (ACE), gli economisti della concorrenza: un evento unico che connette accademici, consulenti e autorità sul tema della concorrenza nei mercati. Nei due giorni di lavori saranno ridiscussi i principali casi antitrust dibattuti l’anno precedente coinvolgendo le società di consulenza per le imprese, le autorità antitrust e gli accademici economisti nel ruolo di terze parti.

Si ripercorreranno i casi fondamentali che stanno ridisegnando lo scenario economico a livello mondiale, come la fusione Qualcomm e il caso di abuso di posizione dominante da parte di Google per i sistemi operativi Android usati negli smartphone, entrambi dibattuti presso la Commissione Europea, ma anche diversi casi di collusione a livello europeo e un importante caso di prezzi eccessivi dei farmaci dibattuto in Italia.

La conferenza annuale degli economisti della concorrenza è un appuntamento itinerante che negli anni ha visitato tutte le principali capitali europee. Arriva a Bologna per la prima volta con il supporto del Dipartimento di Scienze economiche dell’Alma Mater. Un risultato che premia il lavoro di alcuni economisti dell’Università di Bologna come Giacomo Calzolari e Vincenzo Denicolò, noti per i loro studi di economia industriale ed economia e politica della concorrenza e per i ruoli che ricoprono nelle istituzioni europee come il Gruppo dei consiglieri del capo economista alla concorrenza della Commissione Europea.

“La politica della concorrenza è oggi forse il principale strumento di intervento nell’economia, e su di essa si basa il buon funzionamento dei mercati a vantaggio di imprese, consumatori e lavoratori”, spiega il professor Giacomo Calzolari. “Uno dei problemi che affligge l’Italia è proprio una carente cultura della concorrenza, sia dal lato delle imprese che da quello dei consumatori. Concorrenza nei mercati non significa liberare i mercati alla legge della giungla, ma al contrario permettere lo sviluppo di incentivi al miglioramento in un contesto con regole certe e ‘fair play’, a vantaggio di tutti”.