Nuove indagini a carico dei componenti dell’azienda “a conduzione familiare” dedita alla spaccio di sostanze stupefacenti, già duramente colpita lo scorso luglio. Il comportamento irrispettoso degli obblighi imposti dal giudice ai destinatari delle misure cautelari, notificate il 20 luglio 2018 ad un intero nucleo familiare abitante a Reggio Emilia, ha fatto si che i Carabinieri della Stazione di Gattatico dessero corso ad un nuovo filone di indagine nei loro confronti, dimostrando come, quantomeno tre di loro, li violassero regolarmente.

I contatti con persone non autorizzate e addirittura, le minacce di morte rivolte ad uno dei testimoni del processo che li vede imputati perché si astenesse dalla deposizione in Tribunale, sono i comportamenti posti alla base della richiesta di inasprimento della pena detentiva avanzata dai Carabinieri di Gattatico alla Procura reggiana che, ritenendone comprovate le motivazioni, ha chiesto e ottenuto dal GIP del tribunale di Reggio Emilia un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti dei tre. L’altra mattina il blitz: alle prime ore dell’alba, infatti, gli uomini della Stazione di Gattatico, insieme a diversi colleghi delle Stazioni vicine, supportati anche dai Carabinieri del 5° Reggimento “Emilia Romagna” e dalle unità cinofile della Polizia Provinciale di Reggio Emilia, si sono presentati in un campo nomadi della città, ove padre e figli beneficiavano dei domiciliari, dando esecuzione al provvedimento restrittivo di natura cautelare.

Nel corso delle attività culminate anche con nuove perquisizioni, i carabinieri vicino all’argine di un canale hanno recuperato e sequestrato 130 grammi di hashish ed un bilancino di precisione. Un rinvenimento quello di oltre un etto di hascisc che ora vede i carabinieri di Gattatico proseguire nelle attività investigative al fine di accertare la “paternità” e quindi la proprietà dello stupefacente occultato all’esterno nell’ipotesi di reato, per ora ravvisata a carico di ignoti, di detenzione ai fini di spaccio di stupefacenti. I tre, concluse le formalità di rito, sono stati accompagnati presso la Casa Circondariale di Reggio Emilia a posti a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. La vicenda giudiziaria che vede convolto l’intero nucleo familiare oggi destinatario della nuova misura cautelare ha origine dall’intervento eseguito nello stesso campo nomadi alla fine dello scorso anno. L’8 dicembre 2017, infatti, i militari della Stazione di Gattatico, che avevano raccolto forti indizi circa le attività illecite commesse dagli indagati, si  presentarono alla loro porta ove eseguirono una perquisizione domiciliare, al termine della quale rinvennero oltre 1 chilo e 200 grammi tra hascisc e cocaina, circa 2.000 euro in banconote da 50 euro false e un fucile senza matricola, traendo in arresto due persone e denunciandone altrettante.

Quanto verificato nell’operazione del giorno dell’Immacolata consentì agli uomini dell’Arma di giungere a nuovi sviluppi. Le indagini successive, infatti, resero possibile la ricostruzione del “modus operandi” utilizzato dagli indagati, tutti facenti parte della stessa famiglia, da oltre 10 anni, per l’attività di spaccio. Al termine degli accertamenti, concordando con gli esiti investigativi, il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Reggio Emilia emise il provvedimento cautelare degli arresti domiciliari a carico di quattro indagati e quello dell’obbligo di presentazione giornaliera alla P.G. nei confronti degli altri due. La mattina del 20 luglio 2018, una trentina di Carabinieri si presentarono al campo nomadi ove, contestualmente ai provvedimenti restrittivi, eseguirono un’ulteriore perquisizione domiciliare grazie alla quale furono recuperati 100 grammi di hascisc, circa 1.200 euro in contanti, 6 carnet di assegni provento di furto e 2 proiettili.