Sul fronte del contrasto alla diffusione del virus West Nile “è fondamentale l’impegno, assunto insieme alla Regione per il 2019, di rafforzare le azioni organiche e preventive già in essere, sia da parte del pubblico che del privato per il quale si potrebbero trovare forme di incentivazione, e fornire corrette e puntuali informazioni a tutti i livelli”.

È quanto ha affermato l’assessora a Welfare e Sanità Giuliana Urbelli rispondendo giovedì 4 ottobre, in Consiglio comunale, alle due interrogazioni sul virus West Nile presentate da Andrea Galli, capogruppo di Forza Italia, e Marco Rabboni, Movimento 5 stelle. Il consigliere Galli, dopo aver ricordato che l’Emilia Romagna risulta tra le regioni più colpite dalla diffusione del virus, ha chiesto “se è vero che la disinfestazione preventiva mediante aerosol è stata negli anni ridotta, che la diffusione del virus è in progressione geometrica di anno in anno” e se è vero che il Comune non è stato messo a conoscenza dall’Azienda Usl “della diffusione del virus o se questa sia stata sottaciuta”. Il consigliere Rabboni ha chiesto “quando l’Amministrazione è stata informata dall’Azienda dei casi di decesso avvenuti sul territorio modenese e se sono state fornite spiegazioni sul ritardo” e se “non ritenga opportuno prendere posizioni rispetto ai contenuti del post pubblicato dal direttore generale dell’Ausl”.

L’assessora ha confermato che “l’Amministrazione comunale non era stata informata dei primi due decessi causati dal virus e che il 14 settembre è stato quindi convocato urgentemente, presso l’assessorato, un incontro con le direzioni competenti di Ausl e Policlinico, in cui abbiamo chiesto informazioni sui casi coinvolti e quelli ancora ricoverati a rischio di evento infausto, tra cui il signore purtroppo deceduto oggi”.

“È altresì emerso – ha continuato Urbelli – che la carica infettiva ha avuto un picco nel mese di agosto quando sono avvenuti i contagi nei casi più gravi. Le direzioni sanitarie hanno invece dichiarato priva di fondamento l’affermazione allusiva a “inviti, da parte del personale Ausl, a malati e congiunti a non diffondere la notizia dell’infezione per non suscitare allarmi.

Abbiamo inoltre chiesto di essere informati tempestivamente – ha precisato l’assessora – in caso di eventi critici che possano riguardare i nostri cittadini. Dall’incontro siamo stati però rassicurati sulle azioni di lotta contro la zanzara: nel merito, bisogna riconoscere che le informazioni sono state diffuse in modo capillare e continuativo, la campagna di prevenzione è stata adottata da Ausl e Comune fin dalla primavera e gli interventi di disinfestazione sono stati in linea, se non superiori, alle indicazioni regionali”.

La circolazione del virus West Nile, ha detto ancora l’assessora, è monitorata in Emilia Romagna da alcuni anni, anche perché si tratta di eventi non prevedibili e dall’andamento incostante, non ci sono quindi progressioni geometriche nella sua diffusione, anche se il fenomeno va valutato con attenzione.

Per l’assessora occorre “trarre insegnamento dalle criticità, che in questo caso sono state di carattere comunicativo, per migliorare. Sulle affermazioni del direttore generale dell’Ausl espresse in un primo post pubblicato su un social network e in uno successivo di rammarico, si è già espresso l’assessorato regionale da cui la direzione dipende. Da parte nostra – ha sottolineato infine Urbelli – riteniamo importante non allentare mai la cinghia di trasmissione delle informazioni anche in caso di eventi avversi, senza creare allarmismo ma per tenere alta l’attenzione su un rischio che seppure statisticamente raro si può rivelare molto grave e di difficile diagnosi clinica”.

Dopo aver chiesto la trasformazione in interpellanza, Chiara Pacchioni, per il Pd, ha annunciato che in Regione sono già in programma, e saranno realizzati entro l’anno, momenti di formazione per i tecnici e un convegno. Ma, ha sottolineato, “è necessaria la collaborazione dei cittadini per la disinfestazione delle aree verdi private e per l’adozione di norme di comportamento individuali di protezione”.

Nella replica il consigliere Galli ha affermato che il virus West Nile è molto pericoloso, “tanto che un domani potrebbe essere usato per le guerre batteriologiche”, e che “sottovalutarlo è stato molto grave da parte dell’Ausl e riderci sopra una mancanza di giudizio”. Il consigliere ha quindi chiesto “di porre la massima attenzione a questa malattia” affermando che “forse sarebbe opportuno tornare alle vecchie forme di disinfestazione con aerosol”.

Marco Rabboni ha giudicato “grave che la stigmatizzazione del comportamento del direttore dell’Ausl da parte del Comune arrivi solo in occasione di questa interrogazione”, sostenendo poi, in relazione alla comunicazione dei decessi, che “l’Amministrazione deve essere informata. Probabilmente qualcosa non ha funzionato, speriamo che l’Ausl in futuro migliori la collaborazione con il Comune”.

LE ATTIVITÀ DI PREVENZIONE DEL COMUNE

A differenza di Chikungunya, Zika e Dengue, il virus West Nile è endemico nel nostro territorio ed è trasmesso dalla zanzara comune, quella che punge solo di notte, infettata a sua volta per aver punto uccelli infetti, che, solo occasionalmente, può contagiare l’uomo. L’uomo è il destinatario terminale: se una persona infetta viene punta nuovamente da una zanzara, questa non può trasportare il virus ad altri uomini. Per questo motivo, e anche perché nell’80 per cento dei casi il virus è asintomatico, non si fanno trattamenti di disinfestazione mirati nelle zone di residenza delle persone ammalate.

Quest’anno è stata riscontrata una circolazione virale di West Nile nelle zanzare e negli uccelli già da giugno, con circa un mese di anticipo rispetto agli anni precedenti. Per questo motivo, oltre ai consueti trattamenti larvicidi che il Comune fa da aprile a ottobre nei tombini e nelle caditoie pubbliche, che sono maggiormente mirati alla zanzara tigre, sono stati effettuati trattamenti di disinfestazione adulticidi contro la zanzara comune, seguendo le linee guida regionali che impongono di intervenire solo in via straordinaria in caso di infestazione oltre la ragionevole soglia di sopportazione perché questi trattamenti durano solo fino a un massimo di 7 giorni, generano fenomeni di resistenza nelle zanzare e sono tossici per api e altri insetti utili.

Da giugno (e quindi prima delle comunicazioni regionali) il Comune ha trattato con cadenza settimanale i focolai lineari, cioè i canali e i fossati, luoghi particolarmente idonei allo sviluppo della zanzara. I fossi vengono trattati con un prodotto biologico che non interferisce con la flora e la fauna presenti.

Da agosto sono obbligatori i trattamenti adulticidi nelle aree verdi in occasione di manifestazioni pubbliche serali, a cui sono tenuti anche gli organizzatori privati e, sempre in agosto, sono stati eseguiti trattamenti adulticidi nelle strutture che ospitano soggetti sensibili, come le case protette per anziani, e sono state realizzate campagne di comunicazione, in particolare dalla Regione e dall’Ausl, sull’importanza della protezione personale con repellenti, zanzariere, fornelletti, vestiti lunghi e chiari.

Dal 21 al 23 agosto, per combattere la maggiore infestazione di quest’anno, il Comune è intervenuto nelle aree cittadine dove, in base alle mappe di densità è stata rilevata una presenza maggiore di insetti. In particolare, sono stati trattati le aree verdi nei pressi delle scuole e operatori sono entrati anche nei cortili e nei giardini privati per verificare la presenza di eventuali focolai, aiutare i proprietari nella rimozione di quelli presenti e dare indicazioni sui comportamenti da tenere per evitare che si ripresentino.