Sabato 29 e domenica 30 settembre ritorna a Guastalla “Piante e animali perduti”, uno degli eventi italiani di maggior successo dedicati a fiori e piante rare, mondo rurale e biodiversità. (Ingresso 4 euro www.pianteanimaliperduti). Quest’anno la mostra-mercato, organizzata, dall’Associazione Guastallese Gemellaggi ed Eventi a cura di Arvales Fratres – arch. Vitaliano Biondi, con il patrocinio del Comune di Guastalla, festeggia la ventiduesima edizione con 500 espositori provenienti da tutta Italia tra vivaisti, artigianato d’eccellenza e prodotti eno-gastronomici.

Oltre alle attività consolidate – esposizioni, conversazioni dedicate al giardinaggio, consigli degli specialisti, convegni, laboratori, attività ludico didattiche per bambini – la manifestazione affronta un tema di grande attualità, quello del “Coltivare la città”, sviluppando una riflessione sulla trasformazione degli spazi urbani, affrontando ruoli e funzioni del verde urbano e perturbano, dell’apicoltura urbana, dell’orticultura in città e delle presenze di animali e dei rifiuti.

Metà della popolazione mondiale vive in centri urbani, e la stima rivela che entro la metà del secolo, più dei due terzi vivrà in un continuum urbano-rurale, fatto di luoghi ibridi. La città, che fino a Sette-Ottocento si ergeva sul livello della campagna e ne era nettamente separata, è divenuta ormai un organismo “diffuso” il cui limite è sempre  meno percepibile. Lo studio degli effetti prodotti dalle dinamiche di trasformazione periurbana e le relative potenzialità ecologiche inespresse sono di grande interesse e attualità.

I territori periurbani conservano spesso caratteri di forte naturalità che assumono valore strategico proprio per la loro vicinanza  al tessuto urbano.

L’agricoltura urbana e periurbana può essere considerata in chiave innovativa da un lato come un modo di pensare a una maniera più sostenibile di progettare e vivere la città e dall’altro come un sistema alimentare più articolato che considera la specificità dei luoghi e le esigenze espresse dagli stili di vita urbani.

Il convegno “Coltivare la città”, organizzato con la collaborazione dell’Ordine degli architetti della Provincia di Reggio Emilia, e in programma a Palazzo Ducale (Sala del Camino) sabato 29 settembre dalle ore 15.00 alle 19.00, intende sviluppare una riflessione a trecentosessanta gradi sulla trasformazione degli spazi urbani, affrontando quattro tematiche principali: forestare la città: ruoli e funzioni del verde urbano e perturbano, le campagne e gli animali di città, lo smaltimento dei rifiuti. Dopo l’introduzione  dell’assessore alla cultura Gloria Negri, l’assessore all’ambiente e all’urbanistica Chiara Lanzoni modererà gli interventi dei relatori. Carlo Contesso, noto garden designer interverrà su “Progettare il verde”, Rocco Sgherzi, dottore in Scienze Forestali affronterà il tema delle alberate di città, la storica dell’Arte Carla Benocci svolgerà un intervento su “Orti, vigne e giardini nelle città storiche”, mentre la progettista del paesaggio Silvia Ghirelli parlerà degli orti urbani. Veronica Matonti della Società Agricola Api Libere svolgerà una riflessione sull’apicultura urbana. Infine l’intervento  dell’ingegnere Maria Rosa Ronzoni dell’Università degli Studi di Bergamo affronterà il tema dei rifiuti inteso come risorsa.

Il convegno vale come formazione per gli iscritti all’Ordine degli architetti della Provincia di Reggio Emilia ai quali saranno riconosciuti 4 crediti formativi. È pubblicato su IMateria (imateria.awn.it), il sito nazionale dedicato alla formazione/aggiornamento dell’Ordine. Gli architetti si possono iscrivere direttamente su questo sito oppure può lasciare i propri dati direttamente il giorno stesso e nella sede del convegno.

Nell’ambito della XXII edizione dell’evento “Piante e animali perduti”, l’Associazione Italiana Razze Autoctone a Rischio di Estinzione (RARE), organizza il XVI Convegno annuale, che si terrà a Guastalla (RE) sabato 29 Settembre dalle 9,30 alle 13,30 nel  Palazzo Ducale. RARE, nata nell’anno 2012, è la prima associazione italiana che persegue esclusivamente il fine di solidarietà sociale mediante tutela e valorizzazione dell’ambiente e della natura, con particolare riferimento alle razze autoctone di interesse zootecnico a limitata diffusione e a rischio di estinzione.

La giornata presentata e moderata dal Presidente RARE Floro De Nardo dell’Università di Torino, vedrà confrontarsi numerosi esperti nazionali e docenti sul tema delle “Razze autoctone italiane tra tradizioni, racconti e leggende”. Dopo i saluti di Roberto Zalambani, Presidente dell’UNAGA (Unione Nazionale Associazioni Giornalisti Agricoltura Alimentazione Ambiente Territorio Foreste Pesca Energie Rinnovabili) – FNSI (Federazione Nazionale Stampa Italiana), Riccardo Fortina dell’Università Torino tratterà delle razze suine, ormai scomparse, che hanno reso celebre in tutto il mondo i prodotti della salumeria italiana. Storie di estinzioni definitive e di errori clamorosi, ma anche di recuperi in extremis, di avvistamenti inaspettati e di recenti tentativi di ricostruzione di razze scomparse da anni.

Il medico veterinario Antonio Contessa di Foggia affronterà il tema della migrazione stagionale delle greggi, delle mandrie, dei pastori con famiglie al seguito, verso i pascoli delle zone collinari o montane di Abruzzo e Molise nella stagione estiva e, quella nei ricchi pascoli della piana del Tavoliere e del Gargano nella stagione invernale, che hanno dato origine a comunità in cui la necessità della convivenza combinava tradizioni e culture diverse. Alessio Zanon, medico veterinario ed esperto nazionale del settore avicolo, parlerà dell’importanza dell’individuazione di strategie utili alla tutela e valorizzazione delle razze autoctone avicole, spiegando come sia forte la tentazione di inventare razze mai esistite oppure di fare riapparire dal nulla razze estinte da tempo. Daniele Bigi dell’Università di Bologna, racconterà del ritrovamento di una razza ovina reliquia, dalle caratteristiche morfologiche uniche, della quale si era persa ogni traccia e non si aveva più memoria: l’antica pecora Balestra o Modenese che è stata custodita per decenni, in un luogo inaspettato, a pochi passi dal centro di Bologna. Roberto Ferrari, grande esperto di api, autore del libro di recente pubblicazione “Regina di fiori, regina di cuori”, interverrà per le persone che vogliano saperne di più sul mondo delle api, dalla storia alle abitudini, dalle consuetudini alla psicologia. Infine Luigi Liotta dell’ Università di Messina descriverà l’evoluzione e la tipologia dell’allevamento del suino siciliano degli ultimi vent’anni, con l’affermarsi e lo sviluppo di allevamenti specializzati gestiti da veri e propri imprenditori zootecnici. Tuttavia, sui territori montani dei Nebrodi, delle Madonie e dei Monti Peloritani si sono mantenute le tradizionali forme di allevamento familiare con largo utilizzo del pascolo e con modalità di conduzione allo stato brado e semi brado. In questi allevamenti si allevano animali della razza autoctona Suino Nero Siciliano, nota anche come Suino dei Nebrodi o Suino delle Madonie, tradizionalmente chiamata dagli allevatori ‘U Porcu Nivuru.