Introdurre il linguaggio di genere negli atti amministrativi e nella comunicazione esterna della Provincia, anche attraverso la definizione di apposite linee guida. Il Consiglio provinciale nella seduta di lunedì 17 settembre ha approvato un atto di indirizzo che impegna l’ente ad avviare azioni specifiche allo scopo di introdurre nei documenti e nella comunicazione un linguaggio che tenga conto dell’identità di genere, a partire dalle denominazioni delle funzioni politiche e amministrative e dei ruoli.

Come ha sottolineato Caterina Liotti, consigliera provinciale con delega alle Pari opportunità, con questo atto «prosegue un percorso avviato lo scorso anno con la sottoscrizione da parte dei sindaci del Patto di Modena per la prevenzione e il contrasto della violenza maschile che, tra le altre indicazioni, prevede la promozione negli enti di un linguaggio non discriminante e rispettoso dell’identità femminile».

Nel corso del dibattito il consigliere Antonio Platis ha motivato il proprio voto contrario giudicando non prioritario il provvedimento.

Tra le azioni previste dalla Provincia figura l’avvio di momenti formativi rivolti a funzionari e dipendenti sull’uso del genere nel linguaggio amministrativo, aperti anche al personale dei Comuni.

In occasione di questa attività formativa, saranno presentate apposite linee guida che saranno punto di riferimento per l’attività amministrativa e di comunicazione, partendo delle direttive nazionali e dalle indicazioni, si legge nella delibera del Consiglio, di «autorevoli fonti linguistiche, tra cui l’Accademia della Crusca, che invitano a rappresentare donne e uomini con nomi declinati coerentemente al femminile e la maschile, non esistendo nella grammatica italiana il genere neutro».

La decisione è stata condivisa, ha ricordato Liotti, con il “Tavolo provinciale permanente per le politiche di genere”, organismo istituito per monitorare la realizzazione degli obiettivi del “Patto di Modena”, composto dalle assessore alle Pari opportunità dei Comuni modenesi; tra gli obiettivi che l’organismo ha indicato per il 2018 spiccano, oltre all’introduzione del linguaggio di genere nelle amministrazioni locali, l’avvio dell’analisi di genere nei bilanci comunali e la valorizzazione delle differenze di genere, superando stereotipi negativi, soprattutto nelle scuole.