Il mercato chiede grani suddivisi per qualità e destinazione d’uso (grani di forza in grado di competere con gli standard austriaci, ideali per prodotti a lunga lievitazione; grani speciali per biscotti, pizza, pane e per farine 100% italiane e/o integrali); l’agricoltore si lamenta dei prezzi che spesso faticano a coprire i costi di produzione e anche delle condizioni di pagamento dell’industria.

«Avanti dunque con gli investimenti in ricerca e logistica nell’intento di valorizzare maggiormente le produzioni locali e rilanciare il granaio dell’Emilia-Romagna, che è sempre la prima regione d’Italia per produzione di frumento tenero, seppur la campagna 2018 registra rese disomogenee e mediamente inferiori allo scorso anno (-15% di resa ad ettaro), nonostante il balzo delle superfici coltivate, + 15%» dice la presidente di Confagricoltura Emilia Romagna, Eugenia Bergamaschi, evidenziando i risultati positivi del progetto di filiera capitanato dalla Molini Industriali spa di Modena e finanziato dalla Regione Emilia-Romagna, nell’ambito del Piano regionale di sviluppo rurale. «Le 120 aziende modenesi-reggiane aderenti al progetto Molini Industriali hanno risparmiato quest’anno – ha sottolineato la presidente Bergamaschi – quasi 74.000 euro solo nel trasporto, peraltro migliorando la produttività e l’indice di qualità proteica del proprio frumento grazie a innovazioni di processo e di prodotto».

Così il presidente di Molini industriali, Ivano Vacondio: «Per la prima volta abbiamo immagazzinato 160 milia quintali di tenero in 17 silos suddivisi per qualità, rispondendo ad una capacità di stoccaggio della zona finora assai carente; inoltre, nelle nuove celle si può conservare il grano in maniera naturale e stoccare anche quello biologico. In questo modo abbiamo ridotto del 10% le importazioni dall’estero. Siamo il “bancomat” del grano: l’agricoltore incassa a 8 giorni dalla vendita (in linea con le quotazioni della Borsa Merci di Bologna) e riceve in più una premialità».

«Tutto ciò è stato possibile – conclude la presidente regionale di Confagricoltura – perché la Regione Emilia-Romagna ha puntato sulle politiche di sostegno alla filiera.   Bisogna continuare su questa strada per il miglioramento della redditività e della competitività delle aziende agricole».