Ultimo appuntamento domani lunedi 30 luglio con “Metti una sera a cena alle Ciminiere”, la proposta del circolo Arci Le Ciminiere di Ca’ de Caroli, Arci provinciale, EpochèArtEventi che unisce buona tavola e impegno civile. Ospite della serata conclusiva sarà la giornalista di Repubblica Federica Angeli che ha sfidato il clan degli Spada di Ostia. Per questo è costretta a vivere sotto scorta dal luglio 2013, per aver fatto il suo lavoro di cronista con coraggio e aver raccontato gli intrecci mafiosi e corruttivi del litorale romano. Da questa incredibile vicenda Federica ha scritto il libro “A mano disarmata, cronaca di 1700 giorni di scorta”. Con la giornalista che si oppone al clan di Ostia interverrà Mauro Del Bue e la serata sarà a favore dell’associazione antimafia Noi.

Con Metti una sera alle ciminiere il piacere della tavola diventa occasione di confronto e riflessione intorno ai temi della legalità, giustizia, solidarietà e cultura. La cena inizia alle ore 20.30 e gli incontri alle 21.30.

Per prenotazioni tel. 333.7021852 oppure 338.5715503 leciminiere@virgilio.it

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Siamo a Ostia, nel 2013, e tra gli abitanti di quei palazzi c’è anche Federica Angeli, cronista di nera per le pagine romane di «la Repubblica», che in quella periferia è nata e cresciuta. Da tempo si occupa dei clan locali e ha subìto gravi minacce. Sa quindi come è fatta la paura, ma crede che l’altra faccia della paura sia il coraggio. Se i vicini rientrano obbedienti al comando del boss, lei decide di denunciare ciò che ha visto. Dal giorno dopo la sua vita è stravolta: per la sua incolumità le è assegnata una scorta, eppure nessuna intimidazione fa vacillare la sua fede in un noi con cui condividere la lotta per la legalità. La storia giudiziaria di cui è protagonista fino alle più recenti sentenze ci parla di una possibile seppur faticosa vittoria, confermando che tutti insieme possiamo alzare la testa e cambiare in meglio. Federica Angeli ha ottenuto questa vittoria con l’unica arma che possiede, la penna, e in queste pagine ci racconta le tappe di una vera e propria sfida alla malavita, nel solco di un giornalismo nobile, illuminato di etica civile, che non compiace mai null’altro che la verità, con una coerenza a tratti severa. In un susseguirsi di colpi di scena, viviamo con lei le sue paure, a tratti la disperazione e i momenti di solitudine. La sua testimonianza puntuale, incalzante, senza respiro non dimentica mai la sua dimensione di donna, di madre e di moglie contesa alla serenità famigliare. Una serenità che, ispirata dalla “Vita è bella” di Benigni, Federica Angeli riesce magicamente a preservare, coinvolgendo i figli in un gioco alla guerra.