Si sono introdotti fraudolentemente nelle pertinenze di uno stabilimento industriale chiuso per fallimento con il fine di fare razzia di rame. Per trafugare il prezioso “oro rosso” hanno puntato dritti all’impianto elettrico sfilando i cavi dai quadri elettrici che poi hanno trascinato all’esterno con l’intento di asportarli. Nel bel mezzo della loro attività delittuosa, i 4 ladruncoli, sono stati notati da una cittadina che ha allertato i Carabinieri della stazione di Rubiera i quali li hanno sorpresi nel bel mezzo del colpo.

I 4 alla vista dei militari si sono dati alla fuga prendendo diverse direzioni: una donna è stata raggiunto e fermata, mentre i complici che sono riusciti a dileguarsi per i campi. Nel cortile dell’azienda presa di mira i carabinieri hanno recuperato l’intera refurtiva costituita in circa 15 quintali di cavi di rame in parte caricarti su un’autovettura Alfa Romeo e in parte pronti a essere caricati su un camper: mezzi che recuperati dai carabinieri sono stati sequestrati. Con l’accusa di concorso in furto aggravato i Carabinieri della stazione di Rubiera hanno arrestato F.A., 30enne nativa di Ferrara e residente a Castagnaro (VE). La refurtiva interamente recuperata è stata restituita al curatore fallimentare dell’azienda mentre i due mezzi sono stati sequestrati.

E’ accaduto ieri pomeriggio poco dopo le 18.30 quando i Carabinieri della stazione di Rubiera, su input dell’operatore in servizio al 112 allertato da una cittadina, intervenivano in via Emilia Est del comune di Rubiera dove era stato segnalato un furto presso la dismessa azienda Ruggerini. Giunti sul posto i militari notavano 4 persone, tra cui una donna, all’interno del capannone aziendale che, alla vista dei carabinieri fuggivano imboccando direzioni differenti: una veniva subita presa mentre i 3 complici, la cui identificazione potrebbe essere questione di ore, riuscivano a dileguarsi.  Il sopralluogo all’interno del plesso consentiva di accertare che l’intero impianto elettrico era stato “sventrato” con vari cavi  ancora penzolanti sui muri.  Alla luce di quanto accertato la donna veniva arrestata con l’accusa di concorso in furto aggravato. Un arresto, fermo restando le indagini per risalire ai complici probabilmente facenti parte di una banda di predatori veneti, che potrebbero presto portare ad un’importante svolta nell’attività che da tempo i carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Emilia stanno conducendo per risalire all’intera filiera di un fenomeno, quale quello dei furti di rame, che anche nel reggiano sta assumendo dimensioni rilevanti grazie al fiorente mercato che vede i predoni dell’oro rosso rivendere a compiacenti ricettatori, solitamente rottamai, il rame che viene acquistato a prezzi stracciati per poi riciclarlo e immetterlo sul mercato “regolare” con guadagni di circa 8 euro al chilo.