Sviluppare la città compatta e sostenibile, interrompendo l’esodo verso i Comuni, con gli obiettivi primari della rigenerazione e di contenere il consumo di suolo. Al tempo stesso fare tesoro della pianificazione urbanistica che ci ha consegnato una città con il 52% di aree pubbliche, una dotazione di 52 mq di verde per abitante e un tessuto urbano che ha favorito la coesione sociale. Infine, accompagnare la fase di transizione dal vecchio al nuovo, tagliando il consumo di suolo previsto dalla precedente pianificazione e accogliendo gli interventi non solo giuridicamente ineludibili, ma utili alla città e dettando i vincoli che li rendano compatibili con sostenibilità energetica, sicurezza sismica e qualità urbana.

Sono questi i cardini su cui dovrà ruotare lo sviluppo urbanistico di Modena, la prima città capoluogo che attuerà la nuova legge urbanistica regionale dell’unica Regione in Italia che ha tradotto in legge i nuovi indirizzi dell’Unione Europea.

Ad illustrarli sono stati il sindaco Gian Carlo Muzzarelli e l’assessora all’Urbanistica Anna Maria Vandelli nel corso di una conferenza stampa, in cui hanno annunciato la pubblicazione, lunedì 2 luglio, dell’avviso pubblico di manifestazioni di interesse per l’attuazione di interventi previsti nell’attuale strumento urbanistico.

L’Avviso, approvato giovedì 28 giugno in Consiglio comunale, è stato definito dal sindaco il “primo passo di questo percorso: ora raccoglieremo le proposte dei privati, poi il Consiglio riesaminerà i risultati e sceglierà ciò che sta dentro e ciò che sta fuori. “Abbiamo iniziato un’operazione di trasparenza e verità – ha affermato Gian Carlo Muzzarelli – introducendo scelte radicali, come l’eliminazione della possibilità di introdurre edilizia residenziale nelle aree F e G, e sottoponendo al Consiglio lo stesso avviso con i criteri principali di selezione”.

Un’operazione che continuerà con le assemblee territoriali: i prossimi 9 e 12 luglio la Giunta andrà nei Quartieri di Modena a incontrare i cittadini, in linea con il percorso di condivisione sollecitato dall’ordine del giorno della maggioranza approvato insieme alla delibera sull’Avviso (il dettaglio degli appuntamenti pubblici in programma insieme all’Avviso pubblico sarà consultabile sull’home page del Comune: www.comune.modena.it).

“Andremo sul territorio – ha spiegato l’assessora Vandelli – per illustrare l’avviso, il percorso e gli obiettivi del futuro Piano urbanistico generale. La discussione sull’urbanistica deve scendere dal cielo in terra con numeri, carte e soluzioni praticabili”, ha aggiunto sottolineando: “Dal 2014 al 2018 abbiamo messo in cantiere solo progetti di rigenerazione e qualificazione urbana; questa Giunta non ha fatto accordi che abbiano comportato ulteriore consumo di territorio, né per trasformare zone F e G in residenziale né accordi in espansione. Stiamo chiedendo uno sforzo anche ai privati che devono considerare quanto la loro iniziativa apporta in termini di interesse pubblico: bisogna ingranare la marcia verso una responsabilità collettiva per una nuova mobilità e un nuovo modello di abitare”.

E sulla lettera dei costruttori il sindaco ha affermato: “Dopo due riunioni del Tavolo per la crescita, nelle quali le critiche non sono emerse, almeno non nella forma e nei contenuti diffusi ieri, le associazioni dei costruttori hanno deciso di rivolgersi direttamente al Consiglio quando avrebbero potuto chiedere alla Giunta un supplemento di confronto e di chiarimenti”.

“Dobbiamo saper conservare le radici profonde della nostra storia – ha continuato il Muzzarelli – che ci ha consegnato una città ricca di spazi e servizi pubblici e al tempo stesso gettare lo sguardo lontano. Cambiando con coraggio, gradualità e concretezza. Noi siamo sicuri che nel perimetro attuale della città è possibile sviluppare la città compatta e verde. Il problema – ha proseguito – è la transizione dal vecchio al nuovo. L’eredità del Prg è l’eredità di una pianificazione che prevedeva ancora espansione in territorio agricolo e che ha assegnato diritti, suscitato attese legittime, impegnato capitali. Non possiamo disegnare la città del 21esimo secolo su un foglio bianco, ma dobbiamo fare i conti con la città costruita e le sue dinamiche. E non possiamo far finta di non essere in un’economia di mercato e in uno stato di diritto: nessuno può cancellare con un tratto di penna diritti acquisiti, a meno di non distruggere la finanza comunale con risarcimenti plurimilionari. Il nostro compito è di selezionare. La legge regionale ci ha consegnato gli strumenti per farlo”.

STUDIO SUI RIONI PER INDIRIZZARE LE SCELTE

Una ricognizione di tutte le aree con potenzialità edificatorie previste dagli attuali strumenti urbanistici che rappresenterà uno strumento fondamentale per le prossime scelte urbanistiche di Modena. Un vero e proprio atlante dei tessuti urbani, suddiviso per i 38 rioni allineati alle sezioni di censimento, in cui vengono abbinati dati dimensionali e sociodemografici a una analisi degli spazi pubblici e dell’utilizzo che ne viene fatto, dell’accessibilità e del sistema di connessioni.

È l’approfondimento effettuato dal settore Urbanistica del Comune di Modena che, insieme all’avviso pubblico di manifestazioni di interesse per selezionare gli interventi previsti nell’attuale strumento urbanistico, sarà illustrato nel corso di sette assemblee pubbliche che la Giunta comunale svolgerà nelle giornate di lunedì 9 e giovedì 12 luglio. In ciascuna assemblea verrà illustrato il quadro di riferimento per lo specifico aggregato di rioni: saranno infatti superati i confini dei Quartieri sulla linea di denominatori comuni, dalla rigenerazione urbana alla riqualificazione, dal verde alle reti di connessioni. In questa fase, i momenti partecipativi rivolti ai cittadini si concentreranno in particolare sul territorio urbanizzato, sulla città costruita, mentre a settembre saranno organizzati ulteriori incontri sulle frazioni e sul territorio rurale, affrontando il tema della connessione di quest’ultimo con la città.

La legge regionale prevede il contenimento del consumo di suolo entro il 3 per cento del territorio urbanizzato (a Modena circa 120 ettari da qui al 2050 a fronte dei 2800 ettari occupati dal 1961 al 2015) e dà la possibilità ai Comuni, nella fase transitoria verso l’adeguamento degli strumenti urbanistici, di dare attuazione con tempi e procedure più celeri agli strumenti di pianificazione vigenti attraverso una selezione delle trasformazioni previste. L’avviso pubblico cui il Consiglio ha dato il via libera giovedì 28 giugno ha proprio l’obiettivo di raccogliere le proposte dei privati proprietari di aree con potenzialità edificatorie intenzionati ad attuarle.

La ricognizione, avviata raccogliendo tutti i piani programmati, gli accordi o convenzioni e riportando i contenuti dell’intervento e la loro coerenza con i principi e gli obiettivi definiti dalla nuova legge regionale, comprende un’analisi per ciascuna delle 178 aree oggetto di procedura negoziata (di cui fanno parte anche le aree F e G stralciate dall’elenco di aree in cui è consentita la trasformazione in residenziale) nella quale sono inseriti contenuti urbanistici e temi di tutele e vincoli ambientali, paesaggistici, tecnologico-infrastrutturali e storici. L’approfondimento rappresenta uno strumento necessario alla valutazione e selezione delle proposte, che saranno coordinate definendo un quadro coerente di obiettivi per la città in una delibera di indirizzi sulla quale il Consiglio comunale sarà chiamato ad esprimersi entro fine anno. Tale studio dei tessuti urbani sarà anche strumento utile per delineare gli indirizzi del futuro Piano urbanistico generale e nella definizione del Piano urbano della mobilità sostenibile (Pums).

Una volta approvata la delibera di indirizzi, i privati interessati all’attuazione dei comparti che rientrano tra i criteri della stessa potranno presentare accordi operativi che saranno oggetto di valutazione entro gennaio 2021 (tre anni) e dovranno stipulare le convenzioni entro gennaio 2023 (ulteriori due anni). L’attuazione dei comparti dovrà avvenire entro i cinque anni successivi. Le proposte preliminari verranno istruite in sede tecnica e sottoposte al Consiglio comunale accompagnate da una relazione che ne illustrerà i contenuti.

SELEZIONE PROPOSTE NELL’INTERESSE PUBBLICO

Priorità agli interventi di rifunzionalizzazione, riutilizzo e rigenerazione dell’esistente, oltre a quelli che non prevedono consumo di suolo e alle proposte di insediamenti produttivi di carattere non commerciale che portino occupazione. Sempre e comunque nell’ottica di un interesse pubblico.

Sono le linee principali che saranno seguite nella selezione delle proposte preliminari che arriveranno in risposta all’Avviso pubblico di manifestazioni di interesse per l’attuazione di interventi previsti nell’attuale strumento urbanistico che verrà pubblicato lunedì 2 luglio e rimarrà aperto fino al 14 settembre. L’avviso pubblico, insieme a tutte le informazioni necessarie per presentare le proposte e all’elaborato relativo alla ricognizione delle aree oggetto di procedure negoziate effettuata dal settore Urbanistica sarà consultabile all’Albo pretorio del Comune di Modena e sul sito istituzionale dell’Amministrazione (http://urbanistica.comune.modena.it/new/index_trasparenza.html).

Criterio fondamentale per la selezione delle proposte sarà quindi quello dell’interesse pubblico, legato al miglioramento della qualità delle dotazioni territoriali esistenti e al superamento delle situazioni di criticità e di mancata integrazione nel tessuto urbano, oltre al potenziamento della città pubblica e delle infrastrutture per la mobilità pedonale e ciclabile di connessione.

Nella valutazione verranno considerati aspetti come la riqualificazione urbana di aree già urbanizzate ed insediate, dismesse o in via di dismissione (programmi di recupero complessi) e la rigenerazione della città esistente (iniziative anche minori che interessano in maniera diffusa l’intero patrimonio edilizio e urbanistico esistente che fungano da volano per una qualificazione più complessiva).

Un occhio di riguardo sarà dato anche alle proposte con offerta di Edilizia residenziale sociale, mobilità sostenibile (che favorisca l’utilizzo di mezzi pubblici e della bicicletta) e permeabilità dei suoli con manto erboso (con un incremento del 10 per cento per interventi sull’esistente o desigillazione di suoli di aree pubbliche limitrofe, e del 20 per cento per interventi su lotti liberi o per sostituzioni edilizie).

Saranno infine valutati positivamente livelli elevati di prestazioni ambientali e tecnologiche per i nuovi insediamenti, l’efficienza energetica e il contenimento dell’emissione di gas serra, idonee misure per favorire il risparmio idrico e lo smaltimento delle acque meteoriche, e livelli minimi di inquinamento acustico.

Altro elemento fondamentale sarà la fattibilità degli interventi: a chi presenta le proposte preliminari si chiede un Piano economico-finanziario che stimi i valori economici degli interventi pubblici e privati proposti per attestarne la fattibilità e sostenibilità.