Formazione continua, anzi perpetua e pensata in modo diverso da oggi; relazioni industriali basate sul dialogo tra imprenditori e collaboratori e non sullo scontro; un territorio ‘intelligente’ come precondizione per il successo dell’impresa manifatturiera d’eccellenza. E, infine, la tecnologia vista non come ‘nemica’ ma come grande occasione per crescere in modo armonico.

Si è parlato del cosiddetto 4.0, la nuova rivoluzione industriale, nel convegno promosso da Lapam Confartigianato (in collaborazione con Cisl Emilia Centrale). E se ne è parlato con alcuni tra i massimi esperti in materia: il segretario nazionale Fim Cisl Marco Bentivogli, tra i sindacalisti più in vista e più innovativi, Patrizio Bianchi, assessore a lavoro e formazione della Regione Emilia-Romagna che ha scritto il libro ‘4.0, la nuova rivoluzione industriale’, Emmanuele Massagli, presidente di Adapt, l’associazione fondata da Marco Biagi per gli studi sul diritto del lavoro e le relazioni industriali. Un parterre de roi che ha avuto come effetto quello di catalizzare l’attenzione dei numerosi presenti: imprenditori, sindacalisti, politici, persone interessate alla materia che non sono uscite deluse. Cominciamo dalle conclusioni del Presidente generale Lapam, Gilberto Luppi: “Andiamo a casa con la consapevolezza che ne sappiamo di più e che non si ferma il progresso. La sfida digitale la vinciamo se sappiamo dialogare e fare squadra, a partire dai nostri collaboratori che sono il vero valore delle nostre aziende. Alla politica diciamo che gli argomenti veri sono questi, che parlare di industria, di export è parlare del nostro futuro”.

Riavvolgiamo il nastro e partiamo dall’introduzione di Carlo Alberto Rossi che aveva posto il tema: “Quale impatto sta avendo la quarta rivoluzione industriale sul tessuto economico locale e come si sta muovendo Regione Emilia Romagna per accompagnare imprese e lavoratori nei nuovi paradigmi imposti da Industria 4.0? Da qui vogliamo partire, consapevoli che formazione e relazioni industriali sono centrali nel dibattito”.

Bentivogli ha spiegato che “per l’industria bisogna fare politiche a lungo termine e capire che il lavoro sta cambiando. Piccoli lotti di produzione sartoriale cambiano la manifattura e quello che c’è attorno: gli ecosistemi intelligenti intorno alla fabbrica sono una precondizione. Se ho una fabbrica 4.0, ma una amministrazione 1.0, ad esempio, non va bene. La disoccupazione tecnologica è una fesseria, si perdono lavori e se ne costruiscono altri e la differenza non la fa il salario, ma un territorio attrattivo e qui in Emilia siete avvantaggiati rispetto al nostro Paese. E poi occorre puntare sulla formazione perpetua e sulla contrattazione di prossimità: il gap di competenza che abbiamo col nord Europa è il vero problema, ma nessuno ne parla perché questo non fa vincere le elezioni…”.

Massagli ha approfondito: “E’ il territorio che determina la fortuna di una azienda. Sulla formazione occorrono ore in più e più qualità. La nostra scuola è una fabbrica del ‘900, non è la scuola per il 4.0. Alternanza scuola lavoro e apprendistato vanno letti in questa ottica”.

Infine l’assessore Bianchi: “Dobbiamo riuscire a trattare la nostra conoscenza come industria. Anche le nostre amministrazioni, i nostri corpi intermedi, stanno facendo questa rivoluzione ma serve più coraggio. Occorre puntare sulla formazione (penso agli Its che devono essere rafforzati), massimizzare il valore aggiunto e promuovere grandi investimenti per fare dell’Emilia Romagna l’hub europeo della ricerca applicata”.