(foto Facebook)

E’ morto oggi pomeriggio, stroncato da un malore, il giornalista Mario Vighi, 64 anni, capo ufficio stampa de I Teatri di Reggio. Originario di Parma in passato aveva lavorato in alcune televisioni locali reggiane.

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Siate felici”.
Generazioni di spettatori e amici de “I Teatri” sono stati accompagnati, per anni, dalla voce di Mario Vighi, nel momento del “buio in sala”. Proprio lui, giornalista di razza nato a Parma ma cresciuto professionalmente a Reggio Emilia, dove aveva guidato da direttore l’emittente Retemilia in un’epoca in cui scrivere significava battere sui tasti della mitica “Olivetti lettera 22”, si rivolgeva bonariamente ai più giovani ricordando loro di “assicurarsi di aver spento i cellulari” e li introduceva alla magia delle rappresentazioni dal vivo al Valli.
Mario da oggi non c’è più: ci ha lasciati per un malore proprio mentre si trovava dentro quella che, nel corso dei decenni, era diventata la sua seconda casa, il più importante teatro cittadino, di cui era il capoufficio stampa sin dai tempi della presidenza di Elio Canova. Aveva appena “licenziato” la nuova stagione dell’opera lirica, inviando i materiali stampa alle redazioni e mi piace immaginarlo alla sua scrivania, fra ritagli di quotidiano, libretti di sala e volumi di letteratura sparsi alla rinfusa, in un caos creativo che era il suo mondo da sempre.
Nel tempo Mario ha collaborato a stretto contratto con Giuseppe Gherpelli, Daniele Abbado, più recentemente con il nuovo direttore Paolo Cantù. Il mondo della cultura reggiana perde un giornalista e un intellettuale di grande valore, un uomo sincero e poco incline ai compromessi, trasparente e appassionato sino al limite estremo dello scontro dialettico acre, sugli argomenti in cui credeva e a cui aveva dedicato la propria vita. Qualcuno in città osservava che che Mario aveva un brutto carattere, ma come ha sempre detto Enzo Biagi: “Se uno ha un carattere, di solito è un brutto carattere”.
I Teatri di Reggio Emilia perdono un professionista serio, qualificato e completamente dedito al proprio mestiere, un giornalista competente e un uomo che alla principale istituzionale culturale cittadina ha dedicato tutto se stesso. Come Presidente voglio – anche a nome del Consiglio d’Amministrazione, del Direttore, del Collegio dei Revisori e del Comitato di Indirizzo – rivolgere ai suoi familiari, ai colleghi, ai tanti amici che lo piangono i sentimenti di cordoglio e di partecipazione al lutto.
Con Mario Vighi condividevamo la passione per Bruce Springsteen. Uno dei suoi motti, quando il lavoro quotidiano si faceva duro, era: siamo nati per correre, parafrasando il Boss.
Ciao Mario. Di solito in queste situazioni si usa dire: riposa in pace. Io confido che tu stia continuando a correre a modo tuo, come hai sempre fatto nella tua vita. Sii felice.

Luca Vecchi
Sindaco di Reggio Emilia e Presidente della Fondazione “I Teatri”

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La Provincia di Reggio Emilia partecipa al dolore per la scomparsa di Mario Vighi, da tempo responsabile del Settore Comunicazione ed editoria della Fondazione I Teatri. “In tutti questi anni Mario ha assicurato ai Teatri un lavoro prezioso e importante e lo ha fatto in virtù di indiscusse doti professionali, ma ancora di più grazie all’acume, alla curiosità, ad una arguta ironia che lo hanno sempre caratterizzato tanto come giornalista, quanto come uomo di cultura”, ha dichiarato il presidente Giammaria Manghi nell’esprimere il cordoglio suo personale e della Provincia di Reggio Emilia ai figli.

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Istoreco e il Viaggio della Memoria salutano Mario Vighi, responsabile del Settore Comunicazione ed editoria della Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, scomparso nel pomeriggio di lunedì 4 giugno.

La presidente di Istoreco Simonetta Gilioli, a nome dello staff e del direttivo, esprime la vicinanza dell’istituto storico ai parenti, agli amici e ai colleghi di Mario.

Vighi è stato un grande amico di Istoreco e dei Viaggi della Memoria, contribuendo in maniera preziosa e vitale alla bella collaborazione che tutt’ora prosegue grazie a iniziative e momenti divulgativi e di approfondimento.

Il suo acume, il suo sorriso, la sua ironia sono indimenticabili. Così come la sua generosità e la sensibilità verso la storia, la società e l’importanza della divulgazione culturale.

Grazie di tutto Mario.