Radici rurali che si intrecciano nel tempo con il business agroalimentare e con il boom del turismo enogastronomico, in una città che ha fatto la storia del cibo made in Italy e oggi gongola per i dati positivi: 629 milioni di euro di export agroalimentare nel 2017 ossia un + 7 percento sull’anno precedente (Nomisma, 2018).

Spiega il presidente di Confagricoltura Bologna, Guglielmo Garagnani: «Bologna vuol dire circa 6000 aziende agricole che danno lavoro a quasi 12.000 dipendenti e conducono 212 mila ettari di superficie agricola, di cui 20 mila a grano tenero, 14 mila a duro e 27 mila a erba medica; quasi 8 mila a barbabietola da zucchero e 7 mila a granturco oltre a 6 mila ettari di vigne (elaborazione dati Confagricoltura 2017); con decine di migliaia di capi di bestiame da latte e da carne, galline ovaiole, più cantine e caseifici (9 sono quelli di lavorazione del Parmigiano Reggiano con una produzione annua di 85.000 forme e un balzo del 17% sul 2016). Tutto ciò rappresenta l’unica, vera, materia prima di qualità che sta alla base del cibo emiliano-romagnolo famoso nel mondo, che è anche uno dei principali motivi per cui il flusso turistico sull’Aeroporto Marconi continua a crescere costantemente».

Così gli imprenditori di Confagricoltura Bologna hanno voluto organizzare un incontro-approfondimento che ridà centralità all’agricoltura anche in chiave brillante e provocatoria, promuovendo sotto le Due Torri un evento spettacolo dal titolo: “Agricoltura: sai davvero di cosa parli?” che si svolgerà lunedì 28 maggio, alle ore 17.45, al Cinema Lumière, Cineteca Nazionale di Bologna (piazza Pier Paolo Pasolini 2/b).

«Partecipiamo con soddisfazione al successo della città, ma constatiamo con rammarico che il valore aggiunto di rado viene riconosciuto a chi sta alla base della catena; proprio oggi – dice il presidente Garagnani – assistiamo al periodo più cupo per il fatturato agricolo: grano tenero e duro senza valore, con la bietola che lotta per la sopravvivenza nel mercato mondiale dello zucchero; mais in via di estinzione, insieme al sorgo e al girasole. Per non parlare dei frutteti, soprattutto il comparto delle pomacee. Non va affatto bene: l’agroalimentare italiano tanto decantato sarebbe ridotto allo status di ’italian sounding’ se fosse prodotto senza le eccellenze agricole del territorio».

Come correggere il tiro? «Serve una corretta visione della realtà. L’agricoltura – conclude Garagnani – non è solo mercati contadini e progetti di recupero sociale periurbano, bensì il centro della tenuta economica e sociale di questo paese».

Alla Cineteca interverranno il presidente nazionale di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti; Alberto Forchielli, imprenditore, economista, ma soprattutto voce “fuori dal coro”; Arianna Porcelli Safonov, scrittrice, autrice di monologhi teatrali graffianti e Simona Caselli, assessore all’Agricoltura Regione Emilia-Romagna. Modererà l’incontro il presidente di Confagricoltura Bologna, Guglielmo Garagnani.