Una mano ignota ha preso di mira l’installazione allestita in piazza Grande a Modena dal titolo “Noi c’eravamo. Modena per Aldo Moro, 40 anni dopo”, scrivendo insulti su una stele della mostra fotografica.

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“La memoria è un esercizio faticoso, bisogna allenarla: sono fiero che Modena e il suo Consiglio comunale abbiano, da alcuni anni, deciso di esercitarla con continuità, con Consigli Comunali dedicati a momenti, uomini, donne che sono stati architrave della vita repubblicana, della Modena democratica e anti-fascista. Offende, quindi, tutta la nostra comunità chi, con leggerezza o peggio con rancore, ha tracciato insulti a pennarello sulla installazione dedicata alla figura di Aldo Moro, a 40 anni dalla sua morte, uno dei momenti più tragici della nostra storia recente – dichiara il  segretario cittadino del Pd Andrea Bortolamasi – Il gesto di chi si nasconde, vigliaccamente, dietro un pennarello è purtroppo figlio di questi tempi così fluidi, quasi effimeri, dove tutto – o quasi – si riduce a slogan, dove le parole, anche gli insulti, sembrano perdere di intensità. Proprio su questo sfondo, la figura e il pensiero di Aldo Moro si stagliano in maniera ancor più netta per la loro modernità e lungimiranza”.

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“Esprimo totale sdegno e condanna, mia personale e dell’Amministrazione comunale, verso il gesto di chi ha deturpato con un insulto scritto a caratteri cubitali la bacheca di Piazza Grande in cui tante e tanti modenesi avevano scritto un pensiero in ricordo di Aldo Moro”. Lo ha detto oggi, giovedì 17 maggio, il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli in una comunicazione al Consiglio comunale.

Tra le altre lasciate dai cittadini, è comparsa infatti anche più di una scritta inqualificabile sulla bacheca che consente di lasciare un proprio pensiero nell’ambito della installazione – mostra fotografica “Noi c’eravamo. Modena per Aldo Moro, 40 anni dopo”, allestita in piazza Grande con le immagini scattate dal fotografo Romano Gualdi alla manifestazione modenese del 10 maggio 1978, all’indomani dell’assassinio dello statista da parte delle Brigate rosse.

“È un insulto – ha chiosato il sindaco – che denota un abisso di ignoranza e stupidità ed offende tutta la città, che sta ricordando il quarantennale dalla morte di Moro con grande rispetto, partecipazione e commozione”.