«Il processo di fusione dei due ospedali di Modena rappresenta un modello a livello nazionale che migliorerà la qualità dei servizi ai cittadini ma anche il livello di ricerca e formazione. Un percorso che valorizza anche tutte le altre realtà territoriali creando una rete integrata sempre più efficace». Lo ha affermato la ministra della Sanità Beatrice Lorenzin intervenendo all’incontro sulla situazione della sanità modenese al quale hanno partecipato Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna,  Gian Carlo Muzzarelli e Alberto Bellelli, copresidenti della Conferenza territoriale sociale e sanitaria della provincia di Modena, Oreste Andrisano, rettore di Unimore, Ivan Trenti, direttore generale dell’Azienda ospedaliero universitaria, Massimo Annicchiarico, direttore generale dell’Ausl di Modena; ha coordinato i lavori Giuliana Urbelli, assessore alla sanità del Comune di Modena.

«Le scelte della politica in campo sanitario – ha aggiunto Lorenzin – non possono prescindere dal parere della comunità scientifica, come abbiamo fatto per i vaccini» e sulla chiusura del punto nascita di Pavullo ha ribadito «anche in questo caso il parere della scienza e degli esperti è stato decisivo, sotto una certa soglia di numero di parti un punto nascita non è più sicuro».

Dall’incontro è emerso che procede positivamente il percorso di unificazione dei due ospedali Policlinico di Modena e Ospedale civile di Baggiovara, avviato nel 2016, con una durata prevista di tre anni.

«La fusione tra i due ospedali – ha afferma Muzzarelli – sta avendo una ricaduta positiva su tutta la rete sanitaria provinciale, stimolando anche un processo di miglioramento e adeguamento dei servizi a tutto vantaggio dei cittadini». Muzzarelli ha auspicato anche che il percorso si concluda anche prima tre anni, vista la crescita delle collaborazioni che stanno procedendo». Concetti ripresi anche da Bellelli che ha parlato di «sistema sanitario che sta evolvendo perché stanno cambiando le esigenze dei cittadini e le caratteristiche della popolazione».

Il processo di fusione porterà alla nascita di una struttura con 1.100 posti letto, 3.800 dipendenti, 80 strutture complesse e due stabilimenti.

Il Policlinico si distinguerà per le vocazioni materno-infantile (con il nuovo centro in costruzione), oncologia e centro trapianti, mentre Baggiovara per emergenza-urgenza, neuroscienze e chirurgia robotica, oltre a una serie di vocazioni comuni sempre più integrate, come la chirurgia generale, medicine interne e ortopedia.

Per quanto riguarda il percorso effettuato, sono già unificati diversi servizi interaziendali e attivate integrazioni tra i professionisti operanti nei due presidi.

Avviato anche il percorso per potenziare le consulenze specialistiche a Baggiovara di professionisti del Policlinico per diverse discipline.

Sul fronte tecnico-amministrativo sono stati creati servizi interaziendali insieme all’Ausl tra cui il personale, patrimonio, tecnologie sanitarie, acquisiti e logistica e fisica medica che contribuiscono a favorire le integrazioni funzionali tra i professionisti operanti nei due presidi.

Tra le novità più recenti scaturite dal percorso di unificazione spiccano la nascita del nuovo polo Endocrino-metabolico e il Centro di alta specialità dell’arto superiore, frutto appunto dell’integrazione delle professionalità interne ai due ospedali modenesi.

L’obiettivo è valorizzare le rispettive specificità, evitando duplicazioni.

Il nuovo polo ospedaliero diventerà un punto di riferimento di rilievo nazionale e per la rete territoriale dei servizi con equipe di medici disponibili ad effettuare attività integrata anche presso altri ospedali della rete provinciale.