Criteri e obiettivi per sostenere e incentivare la gestione associata delle funzioni e dei servizi in capo ai Comuni. E’ il nuovo Programma di riordino territoriale (Prt), che è stato presentato questo pomeriggio nella sede regionale di viale Aldo Moro 50, a Bologna, ai presidenti delle Unioni dei Comuni dell’Emilia-Romagna. Una tappa del percorso in vista dell’approvazione in Giunta del Prt 2018-2020, prevista nelle prossime settimane.

Attualmente in Emilia-Romagna sono presenti 43 Unioni, che coinvolgono 280 Comuni sui 331 presenti. Nel corso del 2018 sono state inoltre presentate sei istanze di fusione che interessano dodici municipi: Formignana e Tresigallo (Ferrara); Berra e Ro (Ferrara); Castenaso e Granarolo (Bologna); Baricella e Malalbergo (Bologna); Colorno e Torrile (Parma); Sorbolo e Mezzani (Parma). I referendum nei Comuni interessati si svolgeranno in autunno.

“Il Programma di riordino territoriale è frutto di un percorso partecipato con gli interlocutori istituzionali e di un lavoro di analisi e approfondimento condiviso con i rappresentanti delle Unioni, Anci e Uncem- ha dettol’assessora al Bilancio e Riordino istituzionale Emma Petitti-.In questo contesto è stata importante l’azione della Regione come motore fondamentale dell’integrazione territoriale, volta alla gestione dei servizi ma anche culturale e sociale. Il Prt è un tassello di un disegno di riordino istituzionale e territoriale complessivo che la Regione Emilia-Romagna sta definendo e portando avanti nell’ambito del piano delle riforme istituzionali, oggetto di concertazione con lo Stato per l’ottenimento dell’autonomia regionale differenziata (ex art. 116 Costituzione). In questo quadro, abbiamo l’obbligo e il dovere di guardare avanti e di essere lungimiranti sulle scelte che oggi siamo chiamati a fare con interventi, non solo normativi, che consentano agli enti locali di governare le nuove sfide e di continuare, come territorio emiliano-romagnolo, a essere competitivi e attrattivi dal punto di vista economico”.