E’ morto a 91 anni Otello Montanari. Il decesso nella notte nella sua abitazione cittadina. Partigiano, deputato e dirigente del Partito Comunista, la sua parabola è indissolubilmente legata alla lettera pubblicata dal Resto del Carlino di Reggio nell’agosto del 1990, con cui chiedeva la riapertura di un confronto aperto su alcuni omicidi del dopoguerra in terra emiliana, perpetrati da ex partigiani nel cosiddetto ‘triangolo della morte’. Da quel dibattito pubblico emersero testimonianze decisive.

 

La camera ardente dell’onorevole Otello Montanari viene allestita, a cura del Comune di Reggio Emilia, nel Museo del Tricolore, in piazza Casotti 1.

Coloro che vorranno fare visita alla salma possono farlo dalle ore 16 alle 19 di questo pomeriggio e dalle 9 alle 13.30 di domani mattina.

Le Orazioni funebri in onore e a memoria dell’onorevole Montanari si svolgono domani, mercoledì 18 aprile, dalle ore 14, presso la camera ardente allestita nel Museo del Tricolore di Reggio Emilia.

Intervengono il sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi ed il presidente dell’Anpi-Associazione nazionale Partigiani d’Italia, Ermete Fiaccadori.

 

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IL CORDOGLIO DEL SINDACO LUCA VECCHI 

“Otello Montanari ci ha lasciato a pochi giorni dal 25 Aprile, nell’anno 70° dall’entrata in vigore della nostra Costituzione e nell’80° anniversario delle leggi razziali, abominio di quel fascismo che la Resistenza, in cui egli ha combattuto, e la Repubblica, che egli ha rappresentato in Parlamento, hanno spazzato via con coraggio, speranza, illuminato spirito democratico, sacrifici personali e collettivi.

Resistenza, ovvero secondo Risorgimento italiano, Repubblica, Costituzione: quattro ideali, quattro fatti storici e attualizzati ogni giorno, riuniti sotto un unico simbolo, il Tricolore. In questi elementi sembra esserci la sintesi delle ragioni di vita dell’onorevole Montanari, che la sua città, culla della Bandiera nazionale, oggi piange e ricorda con gratitudine.

E’ stato partigiano, ferito in combattimento, deputato del Partito comunista, consigliere comunale, dirigente politico, storico. Da lui e dalla sua generazione abbiamo ricevuto un patrimonio inestimabile e inalienabile: la libertà, la Costituzione e la democrazia che essi hanno conquistato e ci hanno consegnato come testimone.

A lui si deve il ‘Chi sa parli!’, campagna che ha unito aspirazioni di verità e giustizia alla lotta per la libertà, che in lui non si sono mai spente. La sua franchezza determinata e la sua dialettica risoluta hanno generato anche contrasti dolorosi, ma non hanno impedito a Otello Montanari di divenire nel tempo riferimento unificante di una storia comune. Una tensione all’unità, che Otello ha espresso anche nella ‘riscoperta’ del Tricolore.

A lui si deve la riproposizione alla coscienza civica e politica del Primo Tricolore, un percorso che Otello ha intrapreso con la sua Associazione nazionale Comitato Primo Tricolore e che ha portato, possiamo ben dirlo, anche grazie alla sua convinzione e determinazione, all’istituzione della Giornata nazionale della Bandiera, la festa del 7 Gennaio, promossa dall’allora presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi. Una festa che si svolge ogni anno a Reggio Emilia, che onora profondamente la nostra comunità e contribuisce alla consapevolezza e alla crescita civica degli italiani.

Di Otello ricordiamo l’intelligenza intuitiva, la tenacia e la forza: bastava osservarne la postura e ascoltarlo qualche istante per comprenderne la tempra. Ricordiamo il suo coraggio, a costo della sofferenza. Ricordiamo la militanza delle idee e la dedizione per la storia non solo quale disciplina di ricerca, ma anche passione civile e alimento attuale e reale dell’esistenza di ciascuno e di tutti. Mai domito, a tratti ruvido e schietto nei modi, sapeva essere affettuoso e amico. E sapeva essere uomo di dialogo, fin dalla giovinezza aveva compreso l’importanza del confronto e del legame genuino, quando fu tra i primi nel dopoguerra ad avviare e radicare un dialogo aperto e serrato anche con i cattolici.

Nell’esprimere il nostro cordoglio ai familiari, con particolare riguardo alla figlia Laura dirigente del nostro Comune, di Otello Montanari portiamo con noi queste immagini, questi ricordi e gli stimoli che egli continua a trasmetterci con il suo pensiero, con l’eco inconfondibile della sua voce”.

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Istoreco si unisce al dolore della famiglia per la scomparsa di Otello Montanari. Partigiano, militante, politico, amministratore, ha contributo al dibattito sulla memoria dopo aver negli anni giovanili combattuto in città nei Gap assieme ad altri grandi protagonisti del ‘900 reggiano.

Negli anni ’80 ha collaborato anche con Istoreco, come componente della direzione della rivista Ricerche Storiche e come componente del comitato direttivo dell’istituto. In quel periodo ha contributo anche a diversi articoli dedicati al periodo della Resistenza e dell’immediato dopoguerra.

A nome dell’istituto, la presidente di Istoreco Simonetta Gilioli, nel porgere le più sentite condoglianze, si stringe alla famiglia nella condivisione del dolore per la grave perdita.

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Cordoglio del vescovo Massimo:

Mi unisco con la preghiera al cordoglio di tutti per la scomparsa di Otello Montanari. Ricordo la gentilezza e la generosità con cui mi ha voluto in Sala del Tricolore per una lectio sui cattolici e l’unità d’Italia.

Il suo intervento affinché si spezzasse l’omertà intorno ai delitti commessi fra il ’43 e il ’46 è già nella storia. Testimonianza anche della profonda onestà d’animo di quest’uomo.

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Con la scomparsa di Otello Montanari Reggio Emilia perde un altro protagonista del Novecento. Del XX secolo, Montanari ha vissuto in prima persona le esperienze che hanno fatto la storia del nostro territorio e del nostro Paese, a partire dalla Resistenza, che lo vide rimanere ferito e portarne i segni per tutta la vita durante un conflitto a fuoco con i fascisti lungo la via Emilia, e dalle proteste di piazza nel 1960 contro il governo Tambroni. Poi l’impegno in politica, nel Partito comunista, come deputato dal 1958 al 1963 e anche come consigliere provinciale dal 1975 al 1990. Proprio in quel periodo fu protagonista, fondando anche un apposito Comitato, della campagna a difesa delle origini reggiane del Tricolore, che Craxi voleva ‘trasferire’ a Milano. Fu, quella, una delle sue tante, caparbie e a volte anche solitarie battaglie, che nascevano da un intuito formidabile e dalla ferma convinzione negli ideali in cui ha sempre creduto e che portava avanti con una straordinaria passione.

Una battaglia, ben presto vinta con merito, celebrata nel 1996 con la istituzione della Festa nazionale della bandiera, con la definitiva affermazione del nostro vessillo quale simbolo dell’appartenenza ad una storia comune attraverso il settennato del Presidente Ciampi e con la realizzazione di quel Museo del Tricolore dove da oggi lo attende l’ultimo saluto da parte di una città che ha sempre amato.

L’altra – che lo vide protagonista nel 1990 con il “Chi sa parli”, una locuzione passata alla storia reggiana e divenuta tutt’uno con il personaggio, a conferma della sua statura – Otello Montanari l’ha vinta, non senza dolore, solo con lo scorrere dei decenni e con l’affermarsi della ragione e del rigore della storia.

“Io ero e sono Nessuno”, disse nel 2010 in una intervista, rifacendosi al suo nome da partigiano gappista senza nascondere la sofferenza che ancora sentiva. In realtà Otello Montanari era e rimarrà un uomo forte ma sensibile, passionale ma al tempo stesso concreto, determinato nell’esprimere le proprie opinioni come solo chi è spinto da profondi principi e valori può esserlo. Così io lo ricordo e per questo la sua scomparsa lascia in noi, oggi, un vuoto profondo.

 

Giammaria Manghi

Presidente della Provincia di Reggio Emilia