“Lo diciamo da un po’ e adesso lo conferma anche il Garante per i minori: l’obbligo per ogni scuola di “collocare” centinaia di studenti porta le scuole ad accettare qualunque soluzione pur di riuscire a “piazzare” i ragazzi. Il riferimento è al tema dell’alternanza scuola-lavoro affrontato nel convegno modenese della facoltà di Giurisprudenza “Lo sfruttamento minorile e le azioni di contrasto”.  A Modena e provincia gli studenti in alternanza scuola-lavoro sono 18.000”, spiega Claudio Riso, segretario sindacato scuola-università Flc/Cgil Modena.

“Due domande. La prima: quanti di questi 18.000 ragazzi potranno fare un’esperienza realmente virtuosa, formativa? E quanti invece finiranno a fare qualcosa purché sia o, peggio ancora, produzione a costo zero per le aziende che li ospitano…
E poi la seconda: immaginate quei presidi o quegli insegnanti che devono, loro malgrado, gestire tutto il lavoro immenso, legato a questi percorsi: trovare le aziende ospitanti, indirizzare i ragazzi, collocare, seguire tutte le parti burocratiche e amministrative. Bene, immaginiamo tutto questo e poi chiediamoci: che cosa diventa un insegnante (o un preside) che fa tutto questo? Si trasforma, diventa qualcos’altro, perde buona parte del suo compito formativo fondamentale.
E insieme a lui (o a lei) quel compito e quel ruolo lo perde anche la scuola.
E un po’, temo, perde anche tutta la società.
I casi che a livello locale e nazionale si registrano mettono in luce il fallimento di questo sistema di alternanza scuola-lavoro.
Il fatto che si sia aperto un dibattito sia locale che nazionale sull’alternanza può e deve essere l’occasione per ripensare completamente strumenti e modalità per mettere in contatto gli studenti con il mondo del lavoro” conclude Claudio Riso.