A seguito delle varie denunce fatte dalla Funzione Pubblica CGIL  in merito alle criticità della Casa Circondariale “Sant’Anna” di Modena, il Provveditore Regionale ha convocato il giorno 5 aprile a Bologna la rappresentanza della CGIL per rispondere alle interpellanze del Sindacato.

“Nella nota di denuncia – afferma Vincenzo Santoro della Fp/Cgil di Modena – la Fp/Cgil ha evidenziato tra l’altro la gravissima carenza di organico del personale preposto alla rieducazione e che ammonta a circa il 50% di quella prevista”.

Infatti a fronte di cinque educatori previsti oggi la presenza è limitata a 1 responsabile del settore e tre unità, di cui un’educatrice a giugno dovrebbe rientrare alla casa di reclusione di Castelfranco Emilia, dove sono presenti circa 100 reclusi.

In pratica dal mese di giugno, 2 educatori e il responsabile del settore dovranno seguire i programmi di riabilitazione degli oltre 470 detenuti, dei quali 95 di essi sono condannati per reati sessuali per i quali è previsto un particolare percorso rieducativo che di fatto diventerà quasi impossibile da realizzare.

“A Modena oggi di fatto si sta pagando lo scotto della confusione – continua Santoro – che si è ingenerata con le nuove classificazioni degli istituti penitenziari, visto che “Sant’Anna” non è solo una casa circondariale, ma è organizzata anche come casa di reclusione con situazioni carcerarie ben diverse che prevedono specifiche attività trattamentali che non possono assolutamente essere svolte oggi da sole tre unità e da giugno con un educatrice in meno”.

Inoltre al “Sant’Anna” si sta vanificando un importante progetto di recupero dei detenuti, unico in tutta la Regione Emilia Romagna, denominato “Ulisse” e che oggi è indirizzato al recupero di 45 detenuti e viene svolto in collaborazione con varie associazioni di volontariato.

Questo progetto attraverso lo svolgimento di attività lavorative è strutturato in modo da migliorare il recupero di numerose persone che hanno avuto problemi con la giustizia per reintrodurle nella società ed è finalizzato a sollecitare il senso di responsabilità dei detenuti per evitare la reiterazione dei reati.

La mancata assegnazione di personale preposto alla riabilitazione, a cui si aggiungono l’assenza di un Direttore titolare dell’istituto di reclusione, e la grave carenza di personale amministrativo, nonché  di agenti di Polizia Penitenziaria, “sono l’ennesima dimostrazione – conclude il sindacalista della Fp/Cgil – di quanto poco sia tenuta in considerazione la situazione modenese e la sua comunità da parte del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria”.