Il bambino è da sempre un portatore di notevoli potenzialità relative allo sviluppo e si rivela inoltre soggetto a numerosi diritti, che impara con il tempo e rende suoi, crescendo e impegnandosi nelle relazioni con gli altri coetanei e non solo. Il Reggio Emilia Approach parte proprio da questo concetto e diventa un approccio globale che è stato capace di ispirare tante scuole in tutto il mondo, ponendo la sua forza nella partecipazione non solo dei bambini, ma anche delle famiglie, degli insegnanti e di coloro che operano all’interno delle strutture, creando un ambiente educativo di notevole qualità.

Nato essenzialmente all’inizio degli anni ’60, il Reggio Emilia Approach si presenta come un metodo educativo italiano, oramai diventato internazionale, che tutto il mondo ammira da lontano, cercando in ogni modo di portarlo tra le proprie metodologie di formazione. La filosofia di questo metodo educativo si focalizza sui bambini e sulla loro capacità di partecipare alle situazioni che li coinvolgono, dando inoltre una notevole importanza all’ambiente nel quale vengono educati.

Il progetto educativo sviluppato nella città di Reggio Emilia offre un approccio differente nei confronti della crescita e dell’educazione dei bambini, le cui fondamenta si possono imparare grazie ad un corso di laurea in Scienze dell’Educazione a Reggio Emilia, e ne comprende le differenti sfaccettature del carattere e delle capacità. Si basa su un sistema che unisce l’Istituzione scuole e nidi d’infanzia del Comune di Reggio, la Reggio Children e la Fondazione Reggio Children (ovvero il Centro Internazionale per la difesa e la promozione dei diritti e delle potenzialità delle bambine e dei bambini, nato grazie a Loris Malaguzzi).

La filosofia educativa

Nelle scuole materne del Comune di Reggio Emilia, si applicano le metodologie del Reggio Emilia Approach, proprio perché si tratta di un progetto che riguarda i bambini da 0 a 6 anni, proponendo una complessa e funzionale rete di servizi educativi. Chiaramente, la diffusione di questo sistema educativo si concretizza in un solo fatto: i risultati si vedono. Grazie alle idee del pedagogista Loris Malaguzzi, la tipologia di approccio educativo si è notevolmente evoluto negli anni, dando più importanza alla relazione fra scuola e società, fino a dare vita al Reggio Emilia Approach, che si pone nelle strutture scolastiche con l’intento di permettere ad ogni bambino di costruire la propria conoscenza e di esprimersi come preferisce, senza avvalersi di una conoscenza “preformata e già decisa”.

Questa filosofia educativa fonda le sue radici nel linguaggio del quale ogni essere umano è provvisto e che anche i più piccoli possono sviluppare quotidianamente approcciandosi a differenti materiali, scambi di opinioni e attività che tengono in movimento sia il corpo che la mente, le emozioni e il pensiero, dando una forte spinta alla loro creatività ed espressività.

Alla base di questa filosofia, ci sono divertimento, esperimenti, scoperte, originalità e creatività, che consentono ad ogni infante di sviluppare le sue personali potenzialità, senza giudizi né particolari condizionamenti, rendendo ogni differenza tra bambini una ricchezza e non un motivo di difficoltà. In pratica, abbiamo a che fare con un metodo educativo con un ampio margine di libertà, che l’educazione tradizionale spesso non offre.

Sicuramente, come conferma la Neuroscienza, i bambini hanno numerose potenzialità che possono diventare ancor più interessanti grazie ad un’adeguata compenetrazione con l’ambiente educativo e questo è certamente un punto di base che differenzia il Reggio Emilia Approach dagli altri metodi educativi utilizzati nella formazione, soprattutto nell’infanzia.

Ad oggi, sono ben 120 i Paesi del mondo che hanno deciso di avvicinarsi al progetto, credendo nel fatto che i bambini non sono tutti uguali, così come non lo sono le metodologie di insegnamento ed educazione, e rendendosi conto che il Reggio Emilia Approach è un metodo particolare che può riuscire ad accogliere ogni differenza e trasformarla in capacità. Gli studi e i progressi sono ancora in atto, ma ad oggi non possiamo fare a meno di affermare che si tratta di una soluzione che tante scuole dell’infanzia dovrebbero prendere in considerazione.