I ragazzi e le ragazze sono spronati a impegnarsi nella fisioterapia dagli insegnanti, a studiare dagli infermieri e parlano di letteratura italiana con i medici. Sono forzatamente assenti dalla loro scuola, per periodi che possono superare l’anno di durata, perché hanno gravi patologie come i tumori dell’osso.

Al Rizzoli, da vent’anni, oltre alle cure mediche i ragazzi e le ragazze ricoverati trovano la scuola, anche quella secondaria. Il che significa non perdere l’anno, ma anche svolgere quotidianamente un’attività che tiene legati alla vita normale, malgrado la permanenza in ospedale, conciliando due diritti fondamentali, alla salute e allo studio.

Il 1° febbraio all’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna (Sala Vasari, Ala Monumentale dell’Ospedale, via Pupilli 1, dalle ore 9.30 alle 16), un convegno racconta la nascita della scuola secondaria al Rizzoli e le prospettive attuali nei progetti di inclusione scolastica, attraverso le voci di tutti i protagonisti di allora e di oggi: gli insegnanti, gli studenti, gli infermieri e i medici, i genitori, gli attori istituzionali che vent’anni fa hanno reso possibile il progetto e quelli che oggi lo sostengono.

La scuola superiore – le elementari e le medie erano già presenti – nasce al Rizzoli, prima sede in Italia, nel 1997, grazie a un accordo tra l’Istituto Ortopedico, il Provveditorato agli Studi di Bologna (oggi Ufficio Scolastico Regionale) e l’Associazione per lo studio e la cura dei tumori delle ossa e dei tessuti molli (costituita da operatori del Rizzoli per migliorare le prospettive di cura dei malati di tumori ossei).

I docenti delle materie comuni a tutti i corsi di studio provengono dall’Istituto “B.Scappi” di Castel San Pietro, ufficialmente nominati per seguire la scuola in ospedale; sono affiancati da altri insegnanti, anche volontari. Con gli anni, la scuola diventa un’abitudine in reparto, anche grazie all’impegno del personale sanitario che pianifica come riorganizzare le attività in base all’impegno scolastico dei pazienti.

Il programma è quello della scuola di origine (molti provengono da altre regioni d’Italia, essendo il Rizzoli centro di riferimento nazionale per la cura dei tumori muscolo-scheletrici); è concordato dagli insegnanti in servizio in ospedale in modo da permettere agli studenti ricoverati di procedere in parallelo con la classe e viene svolto attraverso lezioni individuali. La scuola, benché inserita nei tempi della cura, mantiene le caratteristiche essenziali, nel bene e nel male: interrogazioni, compiti in classe, parti più o meno gradite del programma… insieme al legame con la vita da adolescenti.