Lo spettacolo, scritto dallo stesso interprete e diretto da Maria Maglietta, è dedicato alla Prima Guerra Mondiale, nel centenario della sua conclusione: «Io vorrei provare – dice Baliani – a toccare un piccolo punto di quell’immensa catastrofe, un solo corpo, quello di un qualsiasi soldato, anonimo, non appartenente a una precisa nazionalità, e toccare quel corpo nel luogo più emblematico di quella guerra, la trincea. Vorrei tentare di essere laggiù, in quel punto di una trincea di molti anni fa, ed esserci prima di tutto fisicamente, come corpo, in una forma di mimesi totale, in modo da essere così immerso nella dimensione dell’orrore e della sua gratuità da percepire almeno per un istante “il tipo di esistenza” di quel soldato».

 

Così invece la regista nelle proprie note: «La scena è una grande pagina bianca, uno spazio sospeso, un luogo che attende di vivere. È anche una delle “gabbie” di Francis Bacon, artista a cui ci siamo ispirati nell’ideazione dello spettacolo. La gabbia permette di isolare uno spazio tempo astratto in cui poter “dissezionare” le presenze umane che la agiscono. Le immagini si susseguono a volte sollecitate da un suono, a volte create dalle parole, altre volte ancora guidano il corpo del soldato o ne sono guidate, in una tessitura di linguaggi l’un l’altro compenetranti, senza mai cedere a una descrizione illustrativa».

L’allestimento è di Marche Teatro in coproduzione con Festival delle Colline Torinesi: scene e luci sono di Lucio Diana, musica e immagini di Mirto Baliani, “visual design” di David Loom. “Trincea” fa parte della stagione di prosa curata da ATER: per informazioni: 0522854355; info@cinemateatroboiardo.com