L’elaborazione dei dati Infocamere da parte del Centro Studi e Statistica della Camera di Commercio di Modena evidenzia 73.496 imprese registrate al 31/12/2017, con un saldo annuale pari a +94 imprese derivante da 4.248 iscrizioni e 4.154 cessazioni non d’ufficio. Il relativo tasso di sviluppo diviene pari a +0,13%, più elevato della media regionale (-0,14%), ma inferiore al totale nazionale (+0,75%), Modena rimane quindi al 76° posto nella classifica delle province italiane per sviluppo imprenditoriale.

Le iscrizioni di imprese del 2017 sono inferiori dello 0,7% a quelle del 2016 ma ancora più marcata è la flessione delle cancellazioni non d’ufficio pari al -3,7%.

L’esame del quarto trimestre mostra un saldo leggermente negativo (-104 imprese) con un tasso di sviluppo pari a -0,14%, infatti le iscrizioni e le cessazioni delle imprese hanno un carattere stagionale e tale diminuzione è fisiologica e tipica del quarto trimestre di ciascun anno.

Differente invece l’analisi considerando anche le cancellazioni di ufficio, cioè l’eliminazione dal Registro Imprese di posizioni non più operanti, aventi precise caratteristiche elencate dal legislatore, ma che non sono state cancellate dai titolari. Infatti a partire dal secondo trimestre del 2017 è iniziata un’intensa attività di pulizia del Registro da parte della Camera di Commercio di Modena che ha portato a 1.180 cessazioni d’ufficio. Pertanto a livello provinciale i diversi raffronti saranno influenzati da questo aggiustamento amministrativo fino al primo trimestre 2018.

Le imprese registrate passano quindi da 74.557 al 31/12/2016 a 73.496 al 31/12/2017, con una diminuzione tendenziale pari a -1,4%. Tale valore risulta migliore in Emilia-Romagna (-0,7%) e a livello nazionale è addirittura positivo (+0,3%).

L’andamento delle imprese attive per forma giuridica rivela un incremento solamente per le “altre forme giuridiche” (+0,7%), mentre prosegue il calo delle società di persone (-2,6%), rallenta la diminuzione delle ditte individuali (-0,9%) e, per la prima volta da anni, diminuiscono anche le società di capitali (-1,6%).

Inoltre anche le diverse tipologie di imprese presentano andamenti differenti: le imprese straniere mostrano l’incremento maggiore (+3,2%), seguite dalle imprese femminili (+0,6%), mentre sono in diminuzione da diversi anni le imprese artigiane (-1,2%). Le imprese giovanili meritano un discorso a parte: sono in calo del -4,4%, ma occorre evidenziare che escono da questa categoria tutte le imprese il cui titolare compie 36 anni nel periodo in esame, quindi in questo caso non si tratta di vere e proprie cessazioni di attività.

Le imprese attive, cioè quelle che hanno dichiarato l’effettivo inizio di attività, seguono lo stesso andamento tendenziale di quelle registrate (-1,4%) ed il macrosettore che ne risente maggiormente è l’industria manifatturiera (-4,2%), seguita dall’agricoltura (-2,0%) e dalle costruzioni (-1,5%). Quest’anno diminuisce anche il numero delle imprese nei servizi (-0,4%).

Il dettaglio dell’industria manifatturiera evidenzia sensibili cali in numerosi settori, i più evidenti sono il “tessile abbigliamento” (-8,8%), la “fabbricazione prodotti di carta” (-8,1%), la “produzione mezzi di trasporto” (-7,2%) e la “produzione di piastrelle” (-6,1%). Stabile l’industria chimica e farmaceutica, mentre gli unici settori in cui aumenta il numero di imprese sono la “stampa e supporti registrati” (+0,4%) e la “riparazione e manutenzione” (+1,1%), quest’ultimo settore sempre in aumento a partire dal 2009.

Meno negativo è l’andamento dei servizi, dove molti più comparti presentano un numero di imprese in crescita. Così l’istruzione privata cresce dell’8,7%, il “noleggio e servizi di supporto alle imprese” del +2,9% e le “attività artistiche, sportive e di intrattenimento” dell’+1,4%. I cali maggiori si riscontrano invece nel commercio (-1,5%), nelle attività immobiliari (-1,2%) e nelle attività finanziarie e assicurative (-0,9%).