Nell’ambito del lavoro di accoglienza e accompagnamento delle donne vittime di violenza che viene svolto grazie a una rete formata dall’Unione dei Comuni del Distretto Ceramico, l’azienda Usl e Ospedale di Sassuolo, in accordo e con la collaborazione della Polizia Municipale, dell’Arma dei Carabinieri e della Polizia di Stato, si è svolto nei giorni scorsi un incontro alle Politiche Sociali dell’Unione sulla necessità di avviare la revisione del protocollo operativo distrettuale sottoscritto nel 2007 per aggiornarlo in base alle nuove normative, allargare alle forze dell’ordine i soggetti sottoscrittori.

Durante la riunione è emerso un giudizio positivo sul protocollo e sulla sua utilità, per cui è stato dato mandato di costituire un gruppo tecnico per il suo aggiornamento, al fine di sviluppare l’efficacia della rete distrettuale sulla presa in carico delle donne che subiscono violenza, definendo i soggetti, i servizi, i percorsi.

Resta ancora attuale la premessa al protocollo di 11 anni fa, quando si prendeva atto che “Nonostante tutto il lavoro, sul piano pubblico, la violenza maggiormente evidente è la violenza sessuale agita da estranei, mentre per le violenze intrafamiliari è solo l’omicidio quello che conquista rilievo rispetto ai media. Restano nell’area grigia della non evidenza pubblica tutte quelle forme di violenza agite all’interno della famiglia, che si presentano con le caratteristiche di un insieme di comportamenti che tendono a stabilire e a mantenere il controllo sulla donna e a volte sulle/i figlie/i”; in realtà la violenza di genere è violenza sessuale, maltrattamento fisico, maltrattamento economico, maltrattamento psicologico. Produce effetti e conseguenze gravissime non solo sulla donna ma anche sui figli. Questi bambini e queste bambine denotano problemi di salute e di comportamento (disturbi di peso, di alimentazione o del sonno). Possono avere difficoltà a scuola e non riuscire a sviluppare relazioni intime e positive. Possono cercare di fuggire o anche mostrare tendenze suicide. Le bambine che assistono ai maltrattamenti nei confronti della madre hanno maggiore probabilità di accettare la violenza come la norma in un matrimonio rispetto a quelle che provengono da famiglie non violente.

E’ importante che nell’affrontare il problema della violenza contro le donne si confermi una metodologia di lavoro interdisciplinare che favorisca una migliore tutela della donna e dei minori coinvolti attraverso una più stretta collaborazione, condivisa, tra le istituzioni e/o organizzazioni a vario titolo coinvolte, di percorsi operativi. Il preminente interesse della donna è infatti efficacemente perseguito se sistema giudiziario e sistema dei servizi riescono a trovare un modus operandi comune.  Sono soggetti della rete i servizi sociali e il servizio tutela dei minori, il centro servizi per cittadini stranieri, il centro di ascolto per le donne in difficoltà, i servizi sanitari (118, consultorio familiare, ambulatorio, medici di medicina generale e pediatri di libera scelta, pediatria di comunità, servizi di salute mentale), forze dell’ordine.