“La Legge di Bilancio è, come abbiamo già avuto modo di sottolineare, contraddistinta da luci e ombre. Vogliamo mettere al centro del dibattito, e sapere cosa ne pensano i candidati dei nostri territori alle prossime elezioni politiche, alcuni nodi che ci paiono centrali. Uno riguarda la liquidità per le imprese, uno è il paradosso di tassare le tasse, l’ultima è una questione di metodo che diventa di merito e di giustizia”. Il Presidente Lapam Confartigianato, Gilberto Luppi, fa il punto della situazione e presenta alcune proposte concrete al mondo politico in vista delle prossime elezioni.

“La liquidità delle imprese, soprattutto quelle che lavorano per la Pa, è minata dal cosiddetto split payment, ovvero il principio secondo cui l’amministrazione pubblica paga le fatture al netto dell’Iva, togliendo di fatto liquidità immediata alle imprese. Si tratta, sostiene il legislatore, di una misura per combattere le frodi Iva e l’evasione ed è stato prorogato fino al 30 giugno 2020. Ebbene, questa misura diventa semplicemente inutile e proponiamo di abolirla perché, dal primo gennaio 2019, la fatturazione elettronica diventerà obbligatoria per tutti e, come conseguenza, le paventate frodi Iva vengono definitivamente sconfitte. Perché allora mantenere questo sistema? Non sarà forse per permettere all’erario di pagare meno?

Altro tema, legato a questo. La Legge di Bilancio ha ridotto drasticamente i termini entro cui esercitare la detrazione Iva. Da oltre due anni il termine tassativo diventa il 30 aprile dell’anno successivo a quello di fatturazione. Oltre questo termine non è più possibile operare la detrazione. E poi ci lamentiamo dei 2 centesimi delle sportine…”.

Il Presidente Lapam prosegue: “Secondo punto che battiamo da anni inascoltati. La deducibilità dell’Imu dal reddito d’impresa, di lavoro autonomo e ai fini Irap. In buona sostanza la norma vigente prevede una deducibilità parziale dal reddito del 20% e l’indeducibilità ai fini Irap. Ovvero, in Italia si pagano le tasse sulle tasse. Abbiamo fatto i conti a livello nazionale: portare al 100% questa deducibilità, una misura di semplice buon senso, costerebbe un terzo dell’abolizione del canone Rai o di quella delle tasse universitarie e un quinto dell’abolizione del bollo auto, tanto per fare solo qualche esempio di ‘sparate’ da campagna elettorale (e c’è anche di peggio…). Costerebbe, a regime, 629 milioni di euro che resterebbero nella disponibilità delle imprese per dare respiro e far aumentare gli investimenti e i posti di lavoro. Ma non siamo così esosi da volere ‘tutto e subito’: la proposta Lapam Confartigianato è di aumentare gradualmente questa deducibilità in tre anni portandola prima al 40% (per un minor gettito di 157 milioni di euro il primo anno), poi al 70% (con ulteriori 236 milioni risparmiati dalle imprese), per arrivare al 100% (con altri 236 milioni), per un totale a regime di 629 milioni. Ricordiamo che le imprese modenesi versano 147 milioni di euro di Imu, quelle reggiane 101…”.

C’è un terzo punto, l’ultimo sulla Legge di Bilancio. Ancora Luppi: “Il differimento della disciplina dell’Iri (imposta sul reddito d’impresa). Inserita nella Finanziaria licenziata a fine 2016, entrata in vigore il primo gennaio 2017 e riguarda le imprese individuali e le società di persone in regime di contabilità ordinaria. L’Iri, senza eccedere in tecnicismi, permetteva di realizzare un risparmio d’imposta per questo tipo di piccole società e imprese. Ebbene, molti hanno cominciato ad adeguarsi nel corso del 2017 ad esempio commisurando gli anticipi Irpef al nuovo regime, ma la Legge di Bilancio ha pensato bene (a pochi giorni dall’entrata in vigore del provvedimento) di cambiare le carte in tavola e di procrastinare al primo gennaio 2018 l’entrata in vigore dell’Iri. Motivo? Possiamo immaginare che, così facendo, lo Stato incamererà un introito maggiore. Insomma, mancava un asso per calare il poker e chi ha portato le carte è andato a cercarselo in mezzo al mazzo”.

Altro tema importante è quello energetico. Secondo i dati di uno studio Confartigianato Lapam, infatti, lo spread Italia-Unione Europea è al 29% (una percentuale altissima) e il nostro Paese è primo in Europa per il prezzo industriale del gasolio. In Italia, poi, la tassazione sull’energia pesa maggiormente sulle imprese consumatrici: la percentuale sul gettito totale delle imposte energetiche sulle imprese è del 53,2% in Italia, contro il 46,6% della Francia, il 41,9% della Germania e il 40,3% della Spagna. In pratica lo squilibrio della tassazione energetica pesa in modo determinante sulla competitività delle imprese manifatturiere italiane. In valore assoluto la tassazione energetica per ciascun addetto nella manifattura costa 1.125 euro in Italia, a fronte dei 485 euro della Francia, dei 399 della Germania e dei 393 della Spagna. Insomma, per fare una sintesi, le imprese italiane della manifattura sono sfavorite non solo per il costo dell’energia più elevato dettato dalla mancanza di fonti ‘domestiche’, ovvero dal fatto che l’Italia importa la maggior parte dell’energia dall’estero, ma anche dalla tassazione più elevata. “Allora – sottolinea il Presidente Lapam – invece di fare le battaglie sull’abolizione di questa o di quella tassa, perché i politici in campagna elettorale non propongono di diminuire l’imposizione fiscale sull’energia, liberando le imprese manifatturiere italiane e aumentando di colpo competitività, posti di lavoro e ricchezza del Paese?

Infine – conclude Luppi – a proposito delle perplessità espresse dalla commissione del parlamento Europeo sulle petizioni, con lettera inviata all’assessorato all’ambiente della Regione Emilia Romagna, prendiamo atto con soddisfazione dell’esauriente risposta della Regione che esclude problematiche e che ribadisce l’importanza strategica della Cispadana stessa. A questo punto però ci chiediamo cosa manchi per partire: da parte nostra, da sempre, c’è il parere favorevole per una infrastruttura che serve allo sviluppo del territorio, chiederemo ai candidati dei diversi schieramenti di esprimersi”.

Alle imprese oltre 3 milioni di contributi grazie alla consulenza di Lapam Confartigianato. Nel 2017 oltre 2.500 imprese agli eventi associativi

La cifra totale è davvero impressionante: 3.205.887,49 euro, più di 3 milioni e 200 mila euro (a cui bisogna aggiungere finanziamenti agevolati per 340mila euro e risparmi energetici per 95mila e 700 euro) che grazie al supporto di Lapam Confartigianato sono stati erogati alle imprese associate tramite contributi a fondo perduto, credito d’imposta, bandi, finanziamenti e altre opportunità.

Come contributi a fondo perduto, tramite sette diversi bandi, si parla di 682mila euro; per tre bandi di contributi per credito d’imposta la cifra supera i 500mila euro; dal Fondo Sicurezza della Camera di Commercio sono arrivate a imprese associate Lapam tramite l’impegno dell’associazione 11mila e 500 euro, mentre attraverso l’Ebitt (l’ente bilaterale turismo e terziario) più di 69mila euro.

Molto interessanti i contributi arrivate alle imprese per l’internazionalizzazione: tra un bandi camerali e contributi regionali si parla di 392mila euro. Ancora più cospicuo (594mila euro) i finanziamenti erogati alle aziende per la formazione, attraverso l’attività finanziata svolta da Formart.

Infine, sempre attraverso il sostegno alle aziende garantito da Lapam Confartigianato, un buon numero di imprese ha avuto accesso a contributi in conto interesse della cosiddetta ‘Sabattini Ter’ per 953mila euro, praticamente il doppio rispetto all’anno precedente.

Ma l’impegno di Lapam Confartigianato in favore delle imprese, per poter accedere a opportunità di carattere finanziario, è andato oltre ai contributi. Infatti, grazie al fondo Starter, una serie di imprese hanno avuto progetti ammessi per 340mila euro di finanziamenti agevolati (al tasso finale intorno all’1%) e altre imprese, attraverso l’adesione al consorzio Cenpi (il consorzio energia di Confartigianato) hanno risparmiato nelle loro bollette oltre 95mila euro nel periodo gennaio-novembre 2016.

Nel corso dell’anno sono stati 74 gli eventi di categoria, per i 14 mestieri in cui è suddivisa Lapam Confartigianato. Le imprese coinvolte direttamente sono state ben 2.133, delle quali 643 (il 30%) non associate a Lapam, a dimostrazione della qualità dei temi trattati a favore del mondo delle micro, piccole e medie imprese. A questi appuntamenti vanno aggiunti gli 18 eventi di rappresentanza (inaugurazioni, visite, assemblee, mostre, incontri pubblici con amministratori locali). In più, dato l’anno del congresso, sono stati svolti ben 46 incontri sul territorio, con ulteriori 356 imprenditori presenti.

Particolarmente ricca l’attività di Form.Art, l’ente di formazione di Lapam Confartigianato, che ha promosso 204 corsi sul territorio di Modena (119 corsi) e Reggio Emilia (85), con 1.841 partecipanti in totale.

Infine, ma non certamente ultimo, il grande impegno Lapam Confartigianato con il mondo della scuola. Nell’anno scolastico 2016/2017, infatti, sono stati coinvolti 24 istituti scolastici di medie inferiori e superiori (6 a Modena, 5 a Reggio Emilia, 3 a Carpi, 1 a Mirandola, Vignola, Castelfranco, Formigine, Castelnovo ne’ Monti e Correggio), oltre ai dipartimenti di Lingue e di Economia dell’Università di Modena e Reggio Emilia e a due centri di formazione, a Reggio Emilia e a San Giovanni in Persiceto. Gli studenti e i docenti coinvolti, nel complesso, sono stati 3.572, un numero davvero notevole.