Nel quadro normativo ed economico nazionale, in cui deve necessariamente muoversi la politica tributaria dei Comuni, Modena è riuscita ad alleggerire la pressione fiscale sugli immobili strumentali all’attività di impresa prevedendo importanti riduzioni dell’aliquota Imu e azzerando la Tasi.
Lo ha detto l’assessore al Bilancio Andrea Bosi nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 21 dicembre rispondendo all’interrogazione di Adolfo Morandi di FI sulla riduzione delle tasse alle imprese. In particolare, il consigliere aveva chiesto se non si ritenesse opportuno rivedere il Regolamento riguardante l’imposta sulla pubblicità per eliminare l’eccesso di sanzioni comminate per gli zerbini posti davanti agli esercizi commerciali; ridurre al minimo, se non azzerare, l’Imu che grava sugli immobili strumentali delle imprese; superare l’attuale calcolo della Tari basato sulla superficie dei locali e introdurre rapidamente il calcolo della tariffazione puntuale.
“Siamo consapevoli che, in questo momento storico, sociale ed economico, quanto previsto possa sembrare poco – ha specificato l’assessore nella sua risposta – ma, nel complesso quadro economico del bilancio comunale è il risultato di un grande sforzo fiscale che si è deciso di fare in considerazione delle difficoltà finanziarie in cui si trovano anche le imprese del nostro territorio”.
Rispetto all’imposta sui messaggi pubblicitari, tra i quali rientrano anche gli zerbini con il nome dell’esercizio commerciale, l’assessore ha precisato che, in generale, le norme regolamentari, in quanto fonte secondaria di diritto, non possono giuridicamente modificare le disposizioni nazionali che sono una fonte primaria, per quanto riguarda l’individuazione e la definizione sia delle fattispecie imponibili che dei soggetti passivi di ciascun tributo. “Se lo facesse, compirebbe un atto illegittimo”. Lo zerbino quindi, che di per sé non sarebbe soggetto a imposta, lo diventa se rientra in una superficie complessiva pubblicitaria che supera il limite dei 5 metri quadrati (al di sotto dei quali la legge prevede l’esenzione), come è successo nel caso del cosiddetto “accertamento dello zerbino”.
Riguardo, infine, all’opportunità di superare l’attuale calcolo della Tari, basato sulla superficie dei locali, per introdurre la tariffazione puntuale, l’assessore ha spiegato che “il passaggio potrà avvenire solo quando saranno realizzati i sistemi di misurazione puntuale della quantità di rifiuti conferiti al servizio pubblico” e che la legge regionale 16 del 2015 sull’economia circolare prevede che tutti i Comuni debbano passare a un sistema di tariffazione puntuale entro il 2020.
Nella replica, il consigliere Morandi ha evidenziato che “dalla lunga, precisa e puntuale risposta dell’assessore si capisce come in Italia sia difficile assolvere agli adempimenti fiscali. La mia interrogazione era provocatoria”, ha aggiunto. “Si deve fare di più anche riducendo il peso sulle attività commerciali, perché quanto fatto finora non è sufficiente. Il Comune, insieme all’Anci, potrebbe fare pressione a livello governativo per modificare queste leggi che hanno portato l’Italia dentro la crisi e sulla Regione per accelerare l’introduzione della tariffa puntuale perché la Tari è un’imposta troppo gravosa”.