I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna, dando esecuzione ad un provvedimento emesso dal GIP del locale Tribunale, Dott.sa F. Zavaglia, hanno sequestrato beni immobili e quote societarie del valore complessivo pari a oltre 600.000 euro nei confronti di G.S., nato nel 1962, già componente di una banda di rapinatori che, tra il 2003 ed il 2005, si era resa responsabile di una serie di assalti a oltre 40 bancomat, disseminati in tutto il nord Italia, raccogliendo un
bottino di oltre due milioni di euro.
Nello specifico, il sequestro riguarda 10 unità immobiliari ubicate tra Bologna, Castenaso (BO) e Ravenna, nonchè la quota di partecipazione – riconducibile all’indagato – in un ristorante del centro storico di Bologna.
Le indagini sono state svolte dagli specialisti del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Tributaria sotto la direzione del Sostituto Procuratore Dott. Marco Forte e hanno permesso di accertare come l’indagato, già sottoposto alla misura di prevenzione
della “Sorveglianza Speciale di Pubblica Sicurezza” emessa nel 2006 dal Tribunale – Sezione Misure di Prevenzione di Bologna (divenuta irrevocabile nel 2008), abbia omesso di comunicare alla Guardia di Finanza una serie di operazioni di carattere patrimoniale compiute tra il 2012 e il 2017, così come previsto dalla legge.
Il Codice delle leggi Antimafia prevede infatti come le persone sottoposte ad una misura di prevenzione abbiano l’obbligo di comunicare al Corpo per dieci anni tutte le variazioni del proprio patrimonio di importo superiore ai 10.329 euro. Lo scopo è
quello di garantire il costante monitoraggio di quei soggetti ritenuti socialmente pericolosi al fine di accertare tempestivamente se l’incremento dei loro beni e disponibilità finanziarie possa dipendere dallo svolgimento di attività criminali.

Tra le più sintomatiche variazioni patrimoniali non comunicate nel periodo 2012-2017 quelle relative al versamento di oltre 120.000 € per il pagamento di canoni di leasing di un’imbarcazione (modello 42 Fly).
Accanto al sequestro dei beni per un valore equivalente a quello delle variazioni patrimoniali, è scattata la segnalazione alla Procura della Repubblica ed ora il soggetto denunciato rischia una condanna fino a sei anni di reclusione.