“Con le nuove certificazioni antimafia si rischia la paralisi”. La presidente di Confagricoltura Modena Eugenia Bergamaschi interviene sui problemi relativi alle disposizioni della legge 161/17, che prevede l’acquisizione della documentazione antimafia per i terreni agricoli che usufruiscono di fondi europei, e sottolinea come le nuove norme non facciano altro che rallentare i pagamenti e mettere in difficoltà le aziende agricole.

“Come cittadina, prima ancora che come presidente di Confagricoltura Modena, sono sempre stata per la legalità, che ritengo un valore imprescindibile e da tutelare. Fatta questa premessa, ho molti dubbi che si possano combattere le organizzazioni mafiose soltanto aumentando la burocrazia. La richiesta di certificazione antimafia per aziende che ricevono fondi europei entro i 5mila euro non fa altro che aumentare gli ingorghi burocratici, e il rischio, più che fondato, è la paralisi. Attualmente i controlli ci sono e scattano per rimborsi Pac superiori a 150mila euro, abbassare la cifra a 5mila euro significa colpire realtà imprenditoriali di piccole dimensioni. Ripeto, non è una questione di legalità, ma di mettere gli imprenditori nelle condizioni di fare il proprio mestiere. Non si risolve così il problema: per valutare se un’azienda è coinvolta in affari non limpidi ci sono altri parametri”.

Bergamaschi sottolinea l’importanza delle risorse europee per gran parte delle aziende agricole: “Gli anticipi PAC sono linfa vitale per le aziende agricole. Già i pagamenti arrivano in ritardo, figuriamoci adesso con le certificazioni antimafia. Questo nuovo balzello si ripercuoterà a cascata su tutta la catena di pagamenti, aggravando la situazione di aziende già in difficoltà, a causa di problemi economici e di un ricambio generazionale che stenta ad arrivare. Per l’ennesima volta si incrementa la burocrazia e sotto la bandiera della legalità si paralizza l’imprenditoria del Paese”. La presidente di Confagricoltura Modena ha poi concluso con una provocazione: “Ogni volta che si parla di semplificazione la situazione peggiora: sarebbe ora di smettere di parlare di semplificazione, e cominciare a farla davvero. Questo Paese è destinato al fallimento se le imprese non saranno sostenute. Quando chiude un’azienda è una sconfitta per tutti, perché vengono a mancare posti di lavoro e il territorio si impoverisce. Continuo a chiedermi se valga ancora la pena fare impresa in Italia e se valga ancora la pena creare posti di lavoro in questo Paese. I nostri imprenditori vogliono continuare a lavorare e produrre, ma fino a quando sarà possibile farlo con gli ostacoli che quotidianamente devono fronteggiare?”.