Il 31 dicembre 2017 l’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro compirà 10 anni e in anteprima fornisce i dati di questa tragica classifica. Nel decennio i morti per infortunio sul lavoro sono sempre aumentati. Dall’inizio dell’anno al 19 novembre scorso i morti sui luoghi di lavoro sono stati 587. E con i morti sulle strade e in itinere con il mezzo di trasporto, si superano i 1150 morti complessivi.

Nel 2016 sono morti 641 lavoratori sui luoghi di lavoro, oltre 1400 se si considerano i morti sulle strade e in itinere.

“Sono cifre preoccupanti in costante ascesa che ci preoccupano. Dimostrano che la precarizzazione del mondo del lavoro produce morti e che gli strumenti di controllo e repressione degli infortuni sono del tutto insufficienti, così come le risorse destinate dal governo per fronteggiare questa autentica emergenza”: afferma il segretario generale di Ugl Emilia-Romagna, Tullia Bevilacqua.

Oltre il 25% delle vittime ha più di 60 anni e questa fascia d’età è maggiormente a rischio dal varo della Legge Fornero ad oggi. Gli edili rappresentano il 20% di tutte le morti. La maggioranza di queste vittime cadono dall’alto; dai tetti e dalle impalcature. Gli agricoltori schiacciati dal trattore rappresentano il 20% di tutti i decessi e l’agricoltura, come tutti gli anni, supera abbondantemente il 30% di tutti i morti sul lavoro.

“Nelle aziende dove è presente il sindacato le morti diminuiscono radicalmente. Segno che la campagna antisindacale di certe forze politiche altro non era che un espediente per strizzare l’occhio alle lobby che invocano minori tutele. Le poche vittime nelle fabbriche che superano i 15 dipendenti sono per la stragrande maggioranza dei casi lavoratori che lavorano in aziende appaltatrici nell’azienda stessa: spesso manutentori degli impianti. Molti lavoratori in nero, soprattutto stranieri, fra le vittime”: ricorda il segretario generale di Ugl Emilia-Romagna, Tullia Bevilacqua, che commenta i dati dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro.

Le cifre fornite dall’Osservatorio sono superiori a quelle fornite dall’Inail. Il motivo?

Quelle diffuse dall’Inail altro non sono che le statistiche relative alle denunce di infortunio dei soggetti assicurati. Escono dal computo i lavoratori in nero, quelli non assicurati e i soggetti di non pertinenza: visto che molti infortuni, anche mortali, poi non vengono riconosciuti come tali a causa della normativa specifica dell’itinere. Inoltre, non costituisco oggetto di statistica gli infortuni non riconosciuti dall’Inail che si concludono con la morte del lavoratore. Complessivamente si parla del 30% dei morti sul lavoro esclusi ogni anno dalle statistiche.

Ma il dato è drammatico: in Lombardia (58 morti); Veneto (53); Campania (43) ed Emilia-Romagna (41) in ordine decrescente la situazione peggiore da inizio anno.

“Questi dati confermano la tragicità del fenomeno delle morti bianche, assolutamente sottovalutato dal governo e dalle principali forze politiche, e altresì dimostrano il ruolo essenziale dei sindacati che esercitano e impongono maggiori controlli sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. E’ necessario un cambio di passo, anche nelle misure di contrasto al lavoro nero e nel settore dell’accoglienza dei migranti che – ormai è chiaro – costituiscono sacche da cui imprese non virtuose attingono per utilizzare manodopera irregolare e a rischio”: aggiunge e conclude il segretario generale di Ugl Emilia-Romagna,Tullia Bevilacqua.