A capo della banda dai “denti da latte”, così ribattezzata dai carabinieri per la giovane età degli appartenenti, vi era un 14enne che guidava nelle imprese i suoi otto giovani complici, tutti più piccoli. Si tratta di studenti appartenenti a buone famiglie: questo il profilo dei responsabili di una serie di raid vandalici e furtivi compiuti l’estate scorsa ai danni di abitazioni, garage e magazzini di un Comune dell’Appennino reggiano. Alcuni di loro si divertivano anche ad esaltarsi su un apposito gruppo whatsApp dichiarando la paternità delle “malefatte”. A scoprirlo i carabinieri della Compagnia di Castelnovo Monti che, a conclusione delle indagini, hanno segnalato la condotta dei nove minori alla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni ravvisandosi i reati di furto aggravato e danneggiamento.

Le bravate dei 9 ragazzini, stando a quanto denunciato dalle stesse vittime ai carabinieri che hanno condotto le indagini, avrebbero arrecato danni stimati in oltre 7.000 euro. Durante un furto in abitazione, nel corso del quale hanno rubato uno scooter, due bici e 8 quadri, oltre a vandalizzare gli ambienti, rompere finestre, porte e lasciando la firma su un muro “la nostra banda”, hanno distrutto lo scooter rubato abbandonato lungo un dirupo dopo averlo utilizzato per alcuni giorni a scopo di divertimento. Nel corso delle indagini, grazie anche alla collaborazione delle famiglie dei minorenni, i Carabinieri hanno recuperato buona parte della refurtiva, tra cui due biciclette e alcuni rotoli di luci a led rubate nel magazzino di un elettricista.

Tra le condotte delittuose contestate a vario titolo dai carabinieri della Compagnia di Castelnovo Monti ai 9 minori finiti nei guai vi sono il furto aggravato, il danneggiamento e l’imbrattamento in un’abitazione, due tentati furti e danneggiamenti in altrettante case, un furto in un magazzino di materiale elettrico e il tentato furto in un garage. I responsabili quindi non si sono limitati al semplice furto ma anche a danneggiare e vandalizzare gli ambienti (lasciando anche escrementi durante le loro scorribande) e “firmando” tali azioni sui muri con lo pseudonimo “La nostra Banda”.

L’aspetto che più inquieta è che la molla scatenante le gravi condotte è stata la violenza con cui i giovani si divertivano compiacendosi delle “bravate”. L’aspetto positivo invece è la forte collaborazione che i carabinieri della Compagnia di Castelnovo Monti hanno trovato nelle rispettive famiglie.